giovedì 25 dicembre 2008

Buon Natale

http://www.northcoastfootball.com.au/images/Santasoccer07.jpg
Buon Natale, lettori di Calcio d'angolo.

giovedì 18 dicembre 2008

Beckham, l'improbabile medicina rossonera

Un anno fa circa, consigliavo al Milan di spendere i – molto, molto presunti – 60 milioni destinati all’acquisto di Ronaldinho per ringiovanire la squadra, che appariva ormai ben avviata sulla via del tramonto. Il dentone brasileiro è arrivato, al «modico» prezzo di 20 milioni di euro. In sede di mercato, poi, sono stati spesi altri 30 milioni circa. Per rifondare la squadra? No, affatto. A Milanello sono arrivati giocatori apparentemente bolliti rivelatisi comunque dignitosi (Zambrotta), del tutto bolliti (Sheva), infortunati perenni (Senderos), presunti giovani fenomeni (Cardacio e Viudez, sponsorizzati da Fonseca, oltre a Borriello) e onesti mestieranti (Abbiati e Flamini). Durante la stagione in corso, poi, altre due operazioni: Beckham, utile per vendere qualche migliaio di maglie con «Beckham 32» stampato sulle spalle, e Thiago Silva, centrale difensivo classe 1984 che dichiara di voler diventare il nuovo Maldini. Sul fronte cessioni, invece, repulisti di giovani «made in Milanello»: ceduti a titolo definitivo Sammarco, Marzoratti, Abate e Di Gennaro. I risultati di questa sciagurata sessione estiva di mercato si sono visti sulla squadra, caduta sotto i – deboli – colpi del Bologna a San Siro in un esordio da incubo. Sconfitta anche alla seconda giornata di campionato contro il Genoa, nella tana del Grifone però, e questa è una minima attenuante. Poi, quattordici-risultati utili consecutivi-quattordici, tra campionato e Coppa Uefa. Con il ritorno di Pirlo in campo, infortunato contro il Genoa alla seconda di campionato, il Milan è sprofondato: due punti in quattro partite con il regista bresciano in campo, e l’unica vittoria arrivata dal suo – infausto – ritorno in campo è arrivata contro il Catania, con Pirlo assente. Imputare tutti le disgrazie del Milan a Pirlo è ridicolo: l’ex interista sarà anche il cervello del Milan, ma il cervello può ben poco se gli arti sono malfunzionanti, a partire dal cuore, Rino Gattuso: «lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro» la diagnosi, «sei mesi» la prognosi. A sostituire Gattuso ci dovranno pensare Flamini ed Emerson, non la stessa cosa a livello carismatico il primo, non la stessa cosa e basta il secondo. Non bisogna pensare che il centrocampo del Milan reggesse grazie al solo Gattuso: Pirlo, Seedorf (quando ha giocato a centrocampo), Ronaldinho (che corre come un portiere e ripiega in fase difensiva come un centravanti) e una prima punta a scelta sono troppi anche per un mastino come lui, e così è toccato a Kaká – sì, il calciatore potenzialmente più decisivo al mondo costretto ad aiutare il centrocampo spendendo inestimabili energie – ringhiare, lasciando a Ronaldinho il compito di deliziare la platea. Il «Pallone d’oro 2005» ha sì marcato sette reti, ma Kaká avrebbe potute farne altrettante, se non di più. Detto dei sette gol di Ronaldinho, bisogna precisare che sono sufficienti all’ex PSG per essere il miglior marcatore del Diavolo: con Kaká costretto a sacrificarsi in aiuto del centrocampo, in avanti le alternative sono numerose, ma spesso inefficaci. Shevchenko è bollito, ma questo si sapeva da tempo. Inzaghi ha 35 anni, il fiuto del gol gli è rimasto, ma le gambe ed il fisico lo accompagnano sempre meno. Borriello qualcosa di buono l’ha lasciato intravedere prima della disastrosa trasferta salentina ed il successivo infortunio, ma non parte certo lui, almeno non da solo, il possibile salvatore della patria. Resta Pato, l’enfant prodige di Pato Branco, che però pare inadatto al ruolo di prima ed unica punta. Localizzare le imperfezioni del Milan dalla metà campo in su non è corretto, difatti è la retroguardia il reparto in maggiore difficoltà in questo avvio – «prima parte» è più corretto – di stagione. Abbiati, Dida, Kalac, Maldini, Kaldze, Nesta, Zambrotta, Jankulosvki, Favalli, Senderos, Bonera, Antonini. Di questi, nessuno merita più della sufficienza, anzi, ben più d’uno dei citati è ben sotto questa soglia. I tre portieri, la cui gerarchia era stata incerta fino all’avvio del campionato, hanno trovato collocazione: Abbiati in campionato, Dida in Uefa e Kalac in Coppa Italia, ma nessuno dei tre ha convinto pienamente. Tra i centrali, tolti gli infortunati Nesta (col suo ritorno qualcosa migliorerà?) e Senderos, praticamente sempre ai box in questa stagione, Maldini e Bonera hanno cercato di fare il loro, ma causa di malanni fisici non ci sono sempre riusciti, finendo per lasciare il posto a Favalli, un altro connetto. Kaladze, poi, è stato il peggiore: in campo appare perennemente distratto, le amnesie sono all’ordine del giorno, e ogni tanto ci scappa pure la polemica («Farina è scarso, non ci capisce niente e mi ha derubato»). Sulle corsie esterne, la situazione non è delle migliori, con Zambrotta che pare essersi nuovamente involuto dopo un incoraggiante avvio e Jankulovski che difensore non è, e non manca di dimostrarlo in ogni occasione. Ci sarebbe Antonimi, ma ha spazio solo in Uefa e Coppa Italia. Per risolvere la situazione difensiva l’innesto di Thiago Silva al centro della difesa sarebbe una manna, ma così non sarà: i posti da extracomunitari al Milan sono stati occupati da Sheva e Viudez, e così il difensore proveniente dal Fluminense dovrà aspettare fino alla prossima stagione per poter indossare la maglia rossonera in partite ufficiali. E intanto sabato sarà presentato Beckham…

mercoledì 17 dicembre 2008

Generazione di Talenti: Jebrin e Coquelin

Francis Coquelin: 1991 - Francia

Francis Coquelin, un Makelele capace di giocare anche da terzino destro. Nato il 13 maggio 1991 a Laval, in Francia, Francis Coquelin si è messo in mostra al Laval, con cui ha collezionato 13 presenze nella squadra riserve, attirando l’attenzione di Lione, Nantes e, soprattutto, dell’Arsenal, che gli ha messo gli occhi addosso vedendolo in azione con la maglia dell’under 17 francese. A convincere Arsène Wegner («Mi ha telefonato lui in persona», ha dischiarato «Sisco», come è soprannominato Coquelin) è stata la gran prestazione da lui offerta contro l’Israele in aprile. La scelta dei Gunners da parte di Coquelin è stata ovvia poiché, come afferma lui stesso: «L’Arsenal è un club che crede nei giovani, e ti permette di allenarti e crescere assieme a grandi campioni». Dopo la firma (avvenuta il 18 luglio) di un quinquennale, i primi spezzoni con la prima squadra, contro il Barnet e gli ungheresi dello Szombathelyi.
Baricentro basso, tenace e aggressivo, non molla mai. A queste ottime doti, che ne fanno un ottimo mediano, aggiunge un buon piede, unito ad una superba visione di gioco e a buone doti di passatore, e, soprattutto, buone qualità di corsa: da qui l’idea di Arsène Wenger di provarlo come terzino destro, nel tentativo di ripetere quanto fatto con Flamini. In quel ruolo ha giocato bene nei 20’ concessigli dal tecnico alsaziano nel 6-0 rifilato allo Sheffield United il 23 settembre in Carling Cup. Attualmente gioca con la squadra riserve, con cui ha marcato la prima rete con la maglia dei «Guns» il 6 ottobre contro lo Sheffield, giocando da centrocampista. Ieri, contro il Portmouth (2-0, reti di Randall e Gibbs), ha giocato sulla corsia di destra.

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Torric Jebrin: 1992 - Ghana



«Il miglior piedino (per età e numero di scarpe) sinistro d’Africa» basterebbe come descrizione per Torric Jebrin, baby (sulla sua carta d’identità c’è scritto 10 maggio 1992) fenomeno made in Ghana conteso da mezza Europa accasatosi al Portsmouth nonostante le lusinghe dei ben più blasonati Arsenal e Atletico Madrid.
Regista dell’operazione, Paul Hart, anch’egli rimasto folgorato dal sinistro fatato dello «Show Boy», come è stato soprannominato in Ghana. In campo il ragazzo si muove molto, abbassandosi spesso sino alla propria trequarti campo per ricevere il pallone e impostare l’azione o partire in dribbling. Non esattamente un gigante (brevilineo, ma rapido, soprattutto nel breve), Jibrin ha nel piede sinistro, già ampiamente elogiato, il proprio punto di forza, pecca invece nell’utilizzo del destro, che non usa neppure per scendere dal letto appena sveglio.
In Ghana Jibrin è considerato uno dei giovani più promettenti, tanto da aver esordito ad appena 15 anni con la maglia della nazionale in una gara di qualificazione per l’African Championship of Nations. A livello di club, in patria ha sempre giocato con gli Hearts of Oak di Accra, dove è stato notato dal Pompey che, dopo avergli fatto firmare un triennale lo scorso 3 novembre lo ha immediatamente girato in prestito allo Zulte Waregem.
Il ragazzo è ben conscio delle proprie potenzialità, tanto da affermare che il suo limite è il cielo.


mercoledì 10 dicembre 2008

Il traditore colpisce ancora: Ronaldo al Corinthians

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Inter - Milan

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Barcellona - Real Madrid

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Sopra, con la maglia del Flamengo: ha appena firmato con il Corinthians.

A questo punto, la domanda è ovvia: Ronaldo giocherà il match d'addio al calcio con indosso la maglia albiceleste della Selección Argentina?

domenica 7 dicembre 2008

Il Super Depor


Dieci minuti e ventuno secondi del grande, grandissimo Super Depor. Godeteveli.

lunedì 24 novembre 2008

Biscardi cià raggione

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Biscardi cià raggione. Il titolo è sgrammaticato, come il conduttore del celeberrimo Processo. Ma è indubbio che la moviola in campo, ormai, sia necessaria. Ieri, nell’ennesima giornata nera, anzi, nerissima, degli arbitri, il protagonista – in negativo, ovviamente – è stato Stefano Farina, 46enne direttore di gara. In Torino-Milan ha negato un solare rigore ai rossoneri, non vedendo un clamoroso «mani» di Pratali sul destro di Ronaldinho, salvo poi concedere la massima punizione al Toro per un mani di Kaladze che, secondo le ultime disposizioni di Collina, non doveva assolutamente essere sanzionato, dato i rimbalzo sulla coscia del difensore georgiano prima del tocco con il braccio. Tutto ciò a Kaladze non è – ovviamente – piaciuto, e ai microfoni di Controcampo ha detto chiaro e tondo ciò che pensava di Farina: «È scarso, non capisce niente e mi ha derubato». I toni sono un po’ aspri, e forse il Milan potrebbe evitare di recriminare visti i tanti favori arbitrali ricevuti in questo campionato, ma è indubbio che quella di ieri per Farina sia stata una serata storta. Mica solo la sua, però: Mazzoleni, in Lazio-Genoa, ha inspiegabilmente annullato il gol del provvisorio 0-1 a Milito; in Inter-Juventus Rizzoli ha arbitrato bene, nel complesso, ma i guardalinee sono stati disastrosi: la difesa juventina cercava sistematicamente di mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari, ma in praticamente ogni occasione i guardalinee hanno sbagliato la chiamata.
L’unica soluzione appare la moviola in campo: nell’Nba viene già utilizzata per svariati motivi, dall’assegnazione di un fallo tecnico alla convalida di un canestro, ma anche altri sport la utilizzano, e con successo: nel Football Americano fu introdotta nel 1999, nel nuovo millennio si sono arresi alla moviola anche basket, rugby (2001), tennis e scherma (2006). Loro lo chiamano «instant replay», cambiarne il nome in «moviola» ed introdurlo nel calcio non sarebbe una cattiva idea.

sabato 22 novembre 2008

Così non si può giocare a calcio

E c'è anche la pubblicità di quelle «cose» (non si possono definire scarpe): http://www.youtube.com/watch?v=1yo6K1WItIA.

lunedì 10 novembre 2008

Generazione di Talenti: il blog



Dopo il Forum, nasce anche il blog. Generazione di Talenti, ideato dall'amico Massimo Tanzillo, nella versione blog si promette di "schedare" i giovani talenti pallonari, oltre ad occuparsi del calcio in generale.
Per la cronaca, il sottoscritto curerà la rubrica "Calcio d'angolo".

domenica 9 novembre 2008

Mourinho, così non va

jose mourinho

Mourinho zittisce i tifosi nerazzurri stipati in «balaustra», ma il gesto è da rivolgere a tutti coloro che lo criticano, compreso Sconcerti. I motivi delle critiche? Il gioco – e, soprattutto, i gol – che non arriva(no) (non che con Mancini le cose andassero in maniera diversa…), la difesa di ferro vista in estate scioltasi come neve al sole con l’arrivo dei primi freddi, curiose ostinazioni tattiche (Quaresma titolare, il 4-2-4) ma, soprattutto, un protagonista che ha fatto storcere il naso a più d’un giocatore.

GIOCO E GOL – In Inghilterra il Chelsea giocava con un 4-3-3 assai flessibile, che diventava 4-5-1 in fase di non possesso della sfera. Per attuare tale modulo fondamentali si rivelavano Drogba, classico centravanti in grado di far reparto da solo, e Lampard, che con i suoi costanti inserimenti garantiva un quantitativo di gol da seconda punta: i numeri parlano di 19, 20 e 21 gol nelle tre stagioni trascorse sotto la guida dello «Special One», le tre migliori annate sotto il profilo realizzativo per il nipote di Harry Redknapp. In Italia ha trova una squadra completamente diversa, abituata a giocare con il rombo manciniano e pertanto priva di ali, eccezion fatta per l’attempato – e accentrato – Luis Figo, più a suo agio dietro le punte che sulle fasce sotto la guida del tecnico jesino. Le ali sono arrivate: l’incostante Mancini e lo strapagato Quaresma. Ebbene, il primo, che va ad intermittenza anche durante i 90’ di gara (ma che s’intende a maraviglia con Ibra) si divide tra campo e panchina, il funambolo portoghese invece è sempre in campo, salvo poi andarsi a sedere in panchina nella ripresa. Il giocatore non è scarso, solo che il calcio portoghese ha ritmo diversi rispetto a quello italiano, e lui sta impiegando parecchio tempo ad ambientarsi, mostrando comunque segnali (spesso praticamente impercettibili) di crescita. A centrocampo poi, visto il mancato arrivo di Lampard, Mourinho si è ritrovato senza il centrocampista-goleador necessario per la messa in pratica del collaudato 4-3-3. Ed è qui che nascono i problemi dell’Inter: senza Lampard il tecnico portoghese ha provato diverse soluzioni, tra le quali il posizionamento di Vieira sul centrosinistra (contro l’Udinese) alla ricerca di un uomo capace di inserirsi in zona-gol con i tempi giusti. Vieira però è un mediano il cui record di gol in carriera è sei, ed era la stagione 2004-05, l’ultima con la maglia dei Gunners. A gara in corso contro l’Udinese è stato provato pure Stankovic, jolly di centrocampo con maggiore affinità con il gol rispetto a Vieira, ma comunque diverso da Lampard per caratteristiche. Hamsik sarebbe la soluzione ai problemi nerazzurri, intanto, per ovviare alle scarse capacità realizzative dei centrocampisti, Mourinho ha prova anche il 4-2-4, con risultati non certo incoraggianti: i gol arrivano (tra Reggio e Larnaca sei reti in due partite), ma non portano la firma degli attaccanti: Cruz e Balotelli gli unici uomini d’attacco in gol nelle due trasferte. Nulla di grave se la prima punta segnasse con regolarità, ma il problema maggiore di questa Inter è che Mourinho ha scelto come prima punta Ibrahimovic: forte fisicamente, tecnicamente dotatissimo, ma con un difetto di enorme gravità per un centravanti, la mancanza totale di killer-instinct, che è una cosa con cui si nasce e che non si può assolutamente imparare. Tra le fila nerazzurre ne sono fortunatamente dotati più giocatori, a cominciare da Adriano, passando per Cruz e chiudendo con Crespo. Con ognuno di questi tre Mourinho ha avuto degli screzi, dovuti soprattutto ad un eccessivo protagonismo che lo porta alla continua ricerca delle prime pagine dei quotidiani, che va bene per distogliere l’attenzione dai problemi della squadra, ma che non va usato in maniera smodata.

PROTAGONISMO – Il «Mago di Setubal» spesso esagera quando, pur di dimostrare la sua importanza per le squadra, prende decisioni che spesso nuocciono all’ambiente, oltre che al risultato. In ordine cronologico, si può partire dalle scaramucce avute con Crespo ad inizio stagione: Mou non lo voleva, e lo ha di fatto messo fuori squadra, escludendolo dalla lista Champions e spedendolo a ripetizione in tribuna. Crespo non rientrava nei suoi piani, e questa è una giustificazione per il tecnico, ma dargli così poca considerazione è stata un’esagerazione. Ancor più esagerata la reazione avuta nei confronti di Cruz, messo in campo contro il Genoa al 55’ e punito per… non aver segnato il gol-vittoria. Il tecnico di Setubal ha incolpato l’argentino di non aver allargato il gioco (non esattamente il compito di una prima punta) e, anziché limitarsi a tenerlo in panchina nella gara successiva come avrebbe fatto qualunque altro allenatore, l’ha addirittura messo fuori squadra. Provvedimento curiosamente non preso nei confronti dei più giovani – ed esuberanti – Balotelli ed Obinna, anch’essi rimproverati dopo il match con i rossoblù ma regolarmente presenti nell’elenco dei convocati per la successiva gara contro la Fiorentina. Immediatamente successiva ad Inter-Genoa anche l’esclusione di Adriano, punito per essersi presentato in ritardo agli allenamenti. La causa? Una notte passata in discoteca. Il provvedimento ci sta tutto: Adriano, per tornare Imperatore, ha bisogno di passare più tempo sul rettangolo verde che nei locali notturni. Il brasiliano ha accettato la punizione, allenandosi con voglia e regolarità fino al rientro, avvenuto mercoledì scorso nell’amichevole contro la seconda squadra del Watford. In campo c’erano anche altri componenti della prima squadra, uno su tutti Samuel, per cui si trattava dell’ultimo test prima del definitivo rientro da titolare, puntualmente avvenuto contro l’Udinese. Contro i friulani anche Adriano sognava il ritorno in prima squadra, ma Mourinho l’ha gelato: «Convocherò Adriano quando sarà il momento di farlo», che più o meno significa «Io sono l’allenatore, e faccio ciò che voglio, anche illudere i miei giocatori». Contro l’Udinese, poi, un centravanti dal primo minuto avrebbe fatto assai bene ai nerazzurri, ma Mourinho ha deciso di continuare per la propria strada, che pare anche quella scelta dalla dea bendata: due successi nel recupero in altrettante partite per l’Inter, che farebbe bene a cambiar marcia, visto che la fortuna non durerà in eterno.

lunedì 3 novembre 2008

Calcio «truccato»



Almeno quello delle quattro traverse di Ronaldinho l’avevano fatto con un minimo di attenzione...

Serie A: 10ª giornata

Atalanta-Lecce 0-0 Download Video

A Bergamo il modulo del Lecce è nuovo, l’atteggiamento no. I padroni di casa vengono lasciati fare dagli uomini di Beretta, che si limitano a non concedere troppi spazi e provarci occasionalmente in contropiede. Quando Valdes viene espulso (68’) l’Atalanta si accontenta del pari, come del resto il Lecce. Un buon punto per entrambe.

Cagliari-Bologna 5-1 Download Video Gol 18′ p.t. Di Vaio, 44′ p.t. Acquafresca; 3′ s.t. Conti, 6′ s.t. Acquafresca, 23′ s.t. e 39′ s.t. Jeda

Tutto come l’anno, anzi, il campionato, scorso: Sant’Elia roccaforte inespugnabile e Acquafresca bomber principe del Cagliari. Il primo gol lo firma però Di Vaio, a cui Acquafresca risponde di testa in chiusura di primo tempo. Nella ripresa il Cagliari dilaga: Conti, Acquafresca e due volte Jeda fissano il risultato sul 5-1, che risolleva il Cagliari e affossa il Bologna.

Juventus-Roma 2-0 Download Video Gol 38′ p.t. Del Piero; 3′ s.t. Marchionni

Quinta sconfitta fuori casa in altrettante partite per una Roma in crisi nerissima. A Torino, contro la Juve, i giallorossi (nuovamente privi di Totti) hanno palesato le solite difficoltà in fase difensiva, facendo comunque intravedere qualcosa di buono nei primi 20’, in cui arriva anche un curioso palo di Panucci, il cui cross dalla destra sorprende Manninger ma colpisce il legno. Dopodichè la Roma si spegne, lasciando la scena alla Juve, che al 38’ si porta in vantaggio con Del Piero, il cui calcio di punizione dai 30 metri non lascia scampo a Doni, comunque il migliore dei suoi. In avvio di ripresa è proprio Doni ad evitare il 2-0 di Amauri, la cui splendida rovesciata trova pronto il connazionale, ma l’ex portiere della Juventude non riesce ad opporsi al delicato destro di Marchionni che lo scavalca per il 2-0 che chiude la partita. Juve che torna a credere nello scudetto, Roma ad un solo punto sulla zona retrocessione.

Lazio-Catania 1-0 40′ s.t. Foggia

Il momento magico del Catania è finito, quello della Lazio è appena ricominciato. La partita la fa la Lazio, e il Catania si limita a difendersi con ordine e ad affidarsi alle parate di Bizzarri, che sta vivendo un periodo di grazia. Tra i biancocelesti i più pericolosi sono, come di consueto, Zarate e Pandev, mentre la prestazione di Rocchi è insufficiente. Il gol porta però la firma di Foggia, subentrato a Brocchi al 70’, che a cinque minuti dal termine batte Bizzarri con un preciso sinistro dall’altezza del dischetto. La Lazio riprende la propria marcia dopo il pessimo mese di ottobre, il Catania si assesta a metà classifica.

Milan-Napoli 1-0 41′ s.t. aut. Denis

Quattro anni dopo il Milan è in testa alla classifica, e il merito è tutto di un attaccante del Napoli. I rossoneri hanno però dovuto penare, e non poco, per portare a casa questi tre punti. Dopo un primo tempo equilibrato, in cui entrambe le squadre hanno avuto l’occasione di portarsi in vantaggio, nella ripresa la partita la fa il Milan, data l’inferiorità numerica degli avversari causata dal rosso rimediato da Maggio al 44’ per un fallo su Jankulovski. Il Milan costringe il Napoli nella sua metà campo, ma i partenopei sono bravi a ripartire, in particolare con l’indiavolato Lavezzi. Nell’ultima mezz’ora è un vero e proprio assedio, ci provano tutti: Borriello, il suo sostituto Inzaghi, Kaká che colpisce il palo e Pato che si divora un gol praticamente già fatto a due passi dalla porta. Il Milan si vede poi recapitare un rigore quantomeno dubbio per un «mani» – involontario – di Pazienza. Dal dischetto va Kaká, ma Iezzo si oppone (per la cronaca si tratta del primo rigore sbagliato in questa stagione dopo che i precedenti 24 tentativi erano andati tutti a segno). Per il Napoli sembra fatta, ma al 41’ Denis sbaglia porta sul calcio di punizione di Ronaldinho dalla sinistra. Milan di nuovo in vetta, Napoli quarto ma consapevole della propria forza.

Palermo-Chievo Verona 3-0 23′ p.t. rig. Miccoli, 37′ p.t. Kjaer, 46′ p.t. Cavani

Kjaer show al Barbera, dove il 19enne difensore rosanero dà sfoggio delle proprie doti. Per prima cosa il biondo danese si guadagna un rigore, trasformato da Miccoli, poi si mette in proprio e fa 2-0 con la complicità di Yepes (che lo marca in maniera troppo approssimativa) sugli sviluppi di un corner. Il 3-0 arriva con Cavani, che a tu-per-tu con Sorrentino non sbaglia e chiude il match. Il Chievo le occasioni per riaprirlo le avrebbe, ma non è fortunato: i tentativi di Pellissier, Luciano e Bogdani vengono neutralizzati dai legni. Palermo risollevato, Chievo penultimo.

Reggina-Inter 2-3 9′ p.t. Maicon, 23′ p.t. Vieira, 34′ p.t. Cozza; 8′ s.t. Brienza, 46′ s.t. Cordoba

Due punte e due ali in campo, e in gol ci vanno due difensori e un mediano. Questo lo strano destino dell’Inter, i cui problemi in fase realizzativi sono sempre più evidenti, e Mourinho non pare in grado di risolverli, dato che persistono sin dalle prime amichevoli estive, in cui però la difesa era risultata granitica, a differenza di quanto accaduto al Granillo. Contro la Reggina l’Inter parte forte e dopo appena 9’ minuti un’invenzione di Ibrahimovic trova Maicon in area, e il brasiliano non ci pensa su due volte prima di scaricare un gran destro che sorprende Campagnolo. Al 23’ è addirittura 2-0 per l’Inter, con Vieira che infila tra le gambe il portiere amaranto. Partita chiusa? Assolutamente no: Cozza (lasciato colpevolmente libero al limite dell’area sugli sviluppi di un corner) e Brienza riequilibrano il match, deciso a tempo scaduto da Cordoba, che segna un gol da consumato uomo d’area sugli sviluppi di un corner dalla sinistra. Inter capolista per un giorno, Reggina sempre ultima.

Sampdoria-Torino 1-0 40′ s.t. Bellucci

Torna Bellucci e torna anche la Samp: con l’ex bolognese in campo dall’inizio la Sampdoria ha conquistato sei punti nelle ultime due partite, con altrettanti suoi gol. Contro il Torino il primo tempo non è propriamente brillante, ma nella ripresa la partita si ravviva. Amoroso riesce addirittura a segnare, ma Ayroldi annulla inspiegabilmente scatenando le proteste dei granata, che nel finale vengono beffati da Bellucci, il cui colpo di tacco sorprende Calderoni. La Samp si allontana progressivamente dai bassifondi della classifica in cui il Toro continua ad annaspare.

Siena-Fiorentina 1-0 32′ s.t. Kharja

Come un anno fa la Fiorentina cade a Siena, e il risultato è il medesimo: 1-0 per i padroni di casa. Dopo un primo tempo equilibrato in cui Mutu cerca, senza riuscirvi, di sopperire all’assenza di Gilardino, nella ripresa il Siena viene fuori: prima Frick colpisce il palo da pochi passi, poi, al 76’, Kharja segna il gol-partita, svettando di testa su un corner dalla destra. Pazzini, supportato dal volenteroso Jovetic (subentrato a Mutu), può ben poco, e così il Siena mette in cascina tre preziosi punti. La Fiorentina perde un’importante occasione di avvicinare la vetta della classifica, il Siena staziona stabilmente a metà di essa.

Udinese-Genoa 2-2 4′ p.t. rig. D’Agostino; 19′ s.t. rig. Milito, 22′ s.t. Sculli, 33′ s.t. Quagliarella

Spettacolo al Friuli, dove Udinese e Genoa disputano la partita più avvincente del weekend calcistico. Per passare in vantaggio all’Udinese bastano appena 4’ e l’ingenuità di Criscito, che trattiene Floro Flores e permette a D’Agostino di freddare Rubino dal dischetto. Il Genoa però non ci sta, e fa di tutto per riportare il match in parità, ma un Handanovic in giornata di grazia si oppone alle numerose conclusioni dei rossoblù. Al quarto d’ora della ripresa il Genoa torna al consueto 3-4-3, e in tre minuti Milito e Sculli ribaltano il risultato: prima l’argentino trasforma un rigore fischiato per fallo di Lukovic su Vanden Borre, poi veste i panni dell’assist-man per la gioia di Sculli, che fa 2-1. Marino capisce che l’unica soluzione per portare a casa punti è mettere dentro Di Natale e Quagliarella, ed è proprio l’ex doriano a fare 2-2 insaccando al volo un cross dalla destra di Pepe. Udinese appaiata all’Inter al secondo posto in classifica, Genoa ancora nella parte sinistra della classifica.

CLASSIFICA

Milan 22, Inter e Udinese 21, Napoli 20, Lazio 19, Juventus 18, Genoa e Fiorentina 17, Palermo 16, Catania 15, Atalanta 14, Siena 12, Lecce 11, Cagliari e Sampdoria 10, Torino 8, Roma 7, Bologna e Chievo Verona 6, Reggina 5.
Roma e Sampdoria una partita in meno.

MARCATORI

7 gol: Gilardino (Fiorentina)
6 gol: Miccoli (Palermo), Milito (Genoa), Zarate (Lazio)
5 gol: Amauri (Juventus), Denis (Napoli), Di Vaio (Bologna), Ibrahimovic (Inter), Pandev (Lazio), Quagliarella (Udinese)

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

venerdì 24 ottobre 2008

Zlatan Ibrahimovic

L'articolo è stato scritto subito dopo il gol di Ibra al Bologna, ma solo ora ho avuto modo di pubblicarlo sul blog (è online su RecontraGolazo.com dal 14 ottobre).

TACCO – «Mancini mi ha detto che il mio gol era quasi bello come quelli che faceva lui… Ma non è vero, i miei sono più belli!», scherzava Ibra dopo il gran gol segnato al CSKA Mosca il 7 novembre di un anno fa. Tesi dimostrata sabato scorso, quando, emulo del suo ex allenatore, che il 17 gennaio del 1999 zittì il Tardini alla stessa maniera, si è inventato un colpo di tacco volante in stile tae-kwon-do (arte marziale praticata in gioventù) che ha lasciato a bocca aperta San Siro. «Crea movimenti che non esistono nel mondo reale: sono improvvisazioni jazz», le parole usate da Björn Ranelid, celebre scrittore scandinavo, per definirne l’eleganza delle giocate, affinate durante l’infanzia, trascorsa nel ghetto di Rosengård.

ROSENGÅRD – Rosengård (che si pronuncia «Rùsengord») è un ghetto situato nella periferia meridionale di Malmö, costruito tra il 1960 e il 1970 all’interno del Miljonprogrammet (“Programma del milione”) dal governo svedese. È qui che Sefik Ibrahimovic, Korakhanè di Bijeljina al tempo operaio in un cantiere navale e ora ispettore di polizia, e sua moglie Jurka, croata cattolica di Zadar tutt’ora donna delle pulizie, cercano un futuro migliore per sé ed i propri quattro figli: Sapko (30-4-1973), Sanela (18-7-1979), Zlatan (3-10-1981) e Alexander (10-7-1986), più le figliastre Monika e Violetta. I sei Ibrahimovic trovano alloggio al sesto piano in Cronmans vag, dove però il piccolo Zlatan trascorre ben poco tempo: da quando, a 5 anni, riceve in regalo le prime scarpette da calcio (rosse, prese in saldo da Skopunkten) passa le proprie giornate a prendere a calci un pallone in mezzo alla strada assieme agli amici d’infanzia Goran e Gagge – macedone il primo, bulgaro «che toccava la palla come un brasiliano» e con cui Ibra ha giocato anche nelle giovanili del Malmö il secondo – o a qualche altro ragazzino cresciuto nel sobborgo di Malmö: «Ci si conosceva e aiutava tutti, e giocavamo ogni giorno: venivano anche da altri parchi lì intorno e ciascuno portava una cosa nuova, vista in tv o inventata. Un colpo, un tiro particolare, una finta». A otto anni Zlatan inizia a giocare nel Mabi, in cui resta per soli due anni: Hasib Klicic, ex calciatore originario di Bosanski Novi (Bosnia), lo vede giocare e resta ammaliato («Mi bastò un’occhiata per capire che era un fenomeno»). Immediatamente si concretizza il passaggio al Balkan, società satellite del Malmö di cui Klicic è allenatore, nella quale Zlatan gioca per tre anni. È con la maglia giallonera che realizza la prima impresa: contro il Vellinge il già allora perticone svedese (ora è 1,92) è costretto alla panchina per via del suo pessimo carattere che lo porta spesso a litigare con compagni, dirigenti, allenatori e persino giornalisti (una volta un reporter inglese gli chiese perché avesse dei graffi in faccia, «chiedi a tua moglie» la risposta). Dicevamo della partita contro il Vellinge: sul 4-0 per gli avversari l’allenatore decide finalmente di far entrare in campo Ibra, che in 45 minuti ribalta il risultato segnando 8 gol. Gli avversari protestano: quel ragazzo è troppo grosso e bravo con il pallone per avere 12 anni, limite massimo della categoria. Si sbagliano, visto che Ibra ne ha due in meno, come dice il certificato di nascita. «Aveva un approccio selvaggio alla partita – ricorda Klicic – e con la palla tra i piedi tentava di fare di tutto: dribbling, finte, colpi ad effetto. In campo giocava come fosse da solo, non si fidava di compagni che percepiva nettamente inferiori a livello tecnico, ma non si poteva rimproverarlo troppo perché uno-due gol a partita li segnava sempre»: sono questi gol a farlo notare al Malmö, che se ne “impossessa” nel 1994, senza scucire neppure una corona al Balkan. Ibra, comunque, continua per la propria strada: ha deciso di diventare un calciatore professionista, ma un tale di nome Tony Flygare rischia di privare il mondo pallonaio della classe di Ibra: il giovane Zlatan, oscurato dalle caterve di gol segnate dal suo amico e compagno di squadra Flygare, vorrebbe lasciare la squadra. A dissuaderlo dalla folle idea è Johnny Gyllensjo, oggi ispettore presso il Dipartimento Anticrimine della polizia di Malmö, all’epoca allenatore di Ibra, che convince Zlatan a continuare a giocare a pallone «perché lui era uno dei pochi che aveva il dono della qualità». Oggi Flygare gioca nelle serie minori svedesi dopo una puntata al Wehen, in Germania, nel 2002-03, Zlatan invece è tra i più grandi al mondo.

PROFESSIONISTA – L’esordio con la prima squadra del Malmö è datato 1999, quando il direttore sportivo degli Himmelsblått (Blu cielo) spinge per vederlo in campo. Nel 1998-99 gioca appena 6 partite, corredate da un gol, che non basta per evitare la retrocessione del Malmö. In Superettan, la seconda divisione svedese, Zlatan si mette in mostra, attirando le attenzioni di Wenger, che gli spedisce una maglia dell’Arsenal con “Zlatan 9” stampato sulla schiena. Lui ringrazia, incornicia la maglia ma rifiuta l’offerta. Gioca altre 8 partite (e segna 3 gol) prima di lasciare il Malmö e soprattutto Malmö, dove nasce, cresce, conosce la sua attuale compagna Helena Seger (che gli ha dato due figli, Maximilian e Vincent) nel 2002 e finisce anche in gattabuia: seguì un tizio nel quartiere a luci rosse e lo fermò fingendo di essere un poliziotto in borghese. Il tizio era un assistente sociale, e Zlatan finì in galera dopo un inseguimento in macchina per sfuggire ai poliziotti veri.

AJAX – Ad Amsterdam lo porta Leo Beenhakker, innamoratosi di Ibrahimovic durante una tournée estiva quando era guida del Real Madrid. Per lui l’Ajax versa 7,8 milioni di euro nelle casse del Malmö, facendo di Ibra il calciatore svedese più pagato di sempre. «Ciao ragazzi, io sono Zlatan, e voi chi cazzo siete?» è la sua frase di presentazione nello spogliatoio ajacide. Alla domanda rispondono un po’ tutti: Grygera e Chivu, che diventano suoi amici; Van der Vaart, che mal sopporta il fatto di avere qualcuno più bravo di lui in squadra e con cui vola anche qualche cazzotto; Mido, che grazie agli assist del fenomeno di Rosengård vive le migliori stagioni della propria carriera. Ed è proprio Mido - con cui condivide la grande passione per le auto (Ibra possiede un Porsche Cayenne Turbo, una Ferrari 360, una BMW X5 e nel 2003 ha guidato una Formula3000 al Pannonian Ring, in Ungheria) – a prendere quello che doveva essere il suo posto di attaccante in Italia. Alla Roma, infatti, lo aveva segnalato il compianto Nils Liedholm, che si sentì rispondere «Ma dove va uno con quel nome da zingaro?» dai Sensi. L’ultima magia con la maglia dell’Ajax è datata 22 agosto 2004, quando ne scarta sei prima di infilare il pallone in rete per quello che sarà il “Gol dell’anno” dell’Eredivisie. È l’ultima partita con l’Ajax, passa alla Juve.

ITALIA – Alla Juve lo vuole Capello, che convince la società a sborsare 19,8 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni di quel perticone svedese che al tecnico di Pieris ricorda tanto Van Basten. In Italia Ibra lo conoscono già tutti, e sono in pochi a volergli bene: il colpo di tae-kwon-do che è costato all’Italia la qualificazione ai quarti di finale dell’Europeo brucia ancora, e lui ci tiene a puntualizzare che non è stato un colpo di fortuna: «Per me provare un colpo di tacco è una cosa naturale. Dipende dalle situazioni, certo; ma se posso farlo, perché non farlo? Io non gioco per prendere in giro chi mi sta di fronte; semplicemente, a volte è la soluzione più rapida, più comoda. Prendete quel gol che feci all’Italia, nell’Europeo del 2004; se avessi dovuto fermare la palla, girarmi e tirare, Buffon l’avrebbe parata ed anche facilmente. Così, usando il tacco, ho messo tutte quelle cose in un colpo solo e Buffon non l’ha parato. Mi fa ridere chi ancora oggi dice che quel goal mi era venuto così, per caso, che non l’avevo fatto apposta; sapevo cosa facevo, certo che lo sapevo». Il primo campionato in Italia è strabiliante: 16 gol in 35 partite, peccato però che in Champions le cose non vadano bene: Ibra resta a secco e la Juve va fuori ai quarti con il Liverpool futuro campione. Lo scudetto, almeno sul campo, è juventino, come nella stagione successiva, ma Calciopoli sconvolge il pallone italiano: la Juve si ritrova in B, Ibra va a Milano, sponda Inter e non Milan come si credeva. Moratti paga 25 milioni per averlo, lui alla prima conferenza stampa in nerazzurro dichiara innanzitutto che sente ancora suoi gli scudetti conquistati in bianconero, poi spiazza tutti: «Da piccolo tifavo Inter». All’Inter parte bene, segnando all’esordio con la Fiorentina e mantenendo un gran rendimento per l’intero campionato, che vede l’Inter trionfare senza problemi. La prima stagione interista ricorda da vicino la prima in bianconero: gran campionato, ma in Champions resta a secco. Il 2007-08 inizia alla grandissima per Zlatan, stella assoluta dell’Inter che parte a razzo sia in campionato che in Coppa Campioni. La scriteriata preparazione invernale tenutasi a Dubai e, soprattutto, i problemi fisici di Ibra, contribuiscono al calo della squadra, che, priva del suo campione, vede la Roma avvicinarsi sempre di più. All’ultima giornata l’eroe è lo svedese, che stringe i denti e gioca 40’ minuti sotto il diluvio di Parma, segnando i due gol decisivi per la conquista del sedicesimo scudetto nerazzurro, il secondo targato Ibra. Segue un Europeo giocato a denti stretti, visti i continui fastidi al tendine rotuleo del ginocchio destro, che lo vede comunque andare in rete per due volte: un capolavoro contro la Grecia, un gol inutile contro la Spagna. Dopo un’estate passata a lavorare con Mourinho riparte il campionato. Alla prima giornata in gol contro la Samp, alla terza con il Toro e alla sesta il capolavoro contro il Bologna. Un gol alla Mancini, uno che, guarda caso, aveva iniziato a giocare proprio sotto le due torri.

Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

Ecco una video compilation di Zlatan Ibrahimovic:


lunedì 6 ottobre 2008

Serie A: 6ª giornata

Lazio - Lecce 1-1 Download Video Gol: 26′ Tiribocchi, 89′ Inzaghi

Nell’anticipo del sabato la Lazio rallenta la propria corsa a causa del Lecce, vicinissimo al primo successo esterno stagionale. Il copione dell’incontro è quello già visto contro l’Inter: la squadra casalinga fa la partita, il Lecce si difende con ordine e cerca di pungere in contropiede. Ed è proprio in contropiede che arriva il gol di Tiribocchi, bravo a schiacciare in rete un cross dalla destra. La Lazio si getta così all’attacco alla ricerca del gol, ma con scarsi risultati: ci provano tutti, da Pandev a Zarate, da Kolarov a Meghni, ma il gol lo segna Simone Inzaghi, a secco dal 2004, che si avventa su un pallone in area e batte Benussi per l’1-1. Lazio sempre prima, Lecce a quota, la migliore neopromossa vista sin qui.

Inter - Bologna 2-1 Download Video Gol: 25′ Ibrahimovic, 50′ Adriano, 56′ Moras

L’Inter vince tutto sommato con merito, ma forse senza la prodezza della sua stella, sarebbe stata un’altra musica. Con l’audace 4-2-4 proposto da Mourinho l’Inter controlla stabilmente il match, ma dopo 25 minuti il punteggio è ancorato sullo 0-0, e tocca così ad Ibrahimovic inventarsi un gol che resterà nella storia: sul cross dalla sinistra di Adriano il Genio anticipa con un tacco volante Terzi e batte Antonioli per l’1-0. Il gol è «fantasticoso mozzafiatante», per usare le parole di Shin Chan, e consente all’Inter di sbloccare l’incontro. Poi l’Inter si getta all’attacco alla ricerca del 2-0 che chiuderebbe l’incontro, ma non lo trova, come accaduto tante, troppe volte quest’anno. Nella ripresa il 2-0 arriva, con Adriano, che spiazza Antonioli dal dischetto. La partita potrebbe dirsi chiuda, e invece un pasticcio di Cordoba e Zanetti consente a Moras di segnare la sua prima rete in A e, cosa più importante, riaprire il match. Complice l’infortunio di Rivas (che ne avrà per due mesi circa) Cambiasso è costretto ad arretrare in difesa, e il Bologna si getta all’attacco con i neoentrati Marazzina, Coelho e Zenoni. I rossoblù si sbilanciano, e nel finale Ibrahimovic si divora il 3-1 a tu per tu con Antonioli. Inter prima a braccetto con le sorprese Lazio e Udinese, Bologna terzultimo dopo la quinta sconfitta consecutiva.

Atalanta-Sampdoria 4-2 Download Video Gol (7′ p.t. Cassano, 35′ p.t. Floccari, 39′ p.t. Garics; 9′ s.t. rig. Cassano, 32′ s.t. Floccari, 38′ s.t. Doni)

Doppietta di Cassano, ma è Doni-show. Il vantaggio blucerchiato arriva dopo appena 7’, quando Cassano slalomeggia tra i difensori nerazzurri prima di depositare in rete l’1-0. I «Del Neri boys» non si perdono d’animo, e tra il 35’ ed il 40’ ribaltano il risultato: Doni inventa prima per Floccari e poi per Garics con i medesimi risultati, ovvero il pallone in rete. Al 9’ della ripresa c’è il 2-2 di Cassano, che trasforma un dubbio rigore fischiato per fallo di Talamonti su Bonazzoli, ma l’Atalanta reagisce nuovamente con Floccari e Doni, il migliore in campo, cui vanno gli elogi di Del Neri: «Lippi dovrebbe chiamarlo in Nazionale» le parole dell’ex tecnico del Chievo. Atalanta meritatamente seconda, Sampdoria ancora senza vittorie nelle retrovie della classifica per la rabbia di Cassano, che chiedi rinforzi a gennaio.

Cagliari-Milan 0-0 Download Video Gol

Il Cagliari toglie finalmente lo zero dalla casellina dei punti conquistati imponendo un pari al Milan. Rossoneri visibilmente stanchi e, cosa assai grave, apparsi addirittura svogliati, Ronaldinho in primis, capaci sì di mettere paura al Cagliari ma mai davvero vicini al gol. La più importante occasione capita ad Ambrosini, mentre il Cagliari sfiora il gol in diverse occasioni, le più importanti con Fini (4’), Larrivey (20’), Agostini (63’) ed infine Conti (91’). Il Milan vede l’Inter allontanarsi, il Cagliari vede le altre avvicinarsi.

Chievo Verona-Fiorentina 0-2 Download Video Gol (32′ p.t. Kuzmanovic; 29′ s.t. Gilardino)

Dopo oltre un anno il Bentegodi viene violato in Serie A: l’11 febbraio 2007 vinse l’Inter 2-0, 20 mesi dopo la Fiorentina s’impone con identico risultato. La prima rete la firma Kuzmanovic, servito a sorpresa da Montolivo su calcio di punizione dal limite dell’area. I clivensi protestano, ma il gol viene convalidato, facendo innervosire i gialloblù, il cui emblema è Scardina, espulso al 38’ per un’entrataccia ai danni di Semioli. Con il Chievo in dieci per tutto il secondo tempo la Fiorentina capisce che sono tre punti da non buttare via, anche se i due legni di Kuzmanovic e Montolivo fanno pensare il contrario. A chiudere i conti ci pensa il redivivo Gilardino, ancora in gol, stavolta di testa su cross di Vargas dalla sinistra. Fiorentina che sale a quota 10, Chievo a 5, a braccetto col Torino.

Genoa-Napoli 3-2 Download Video Gol (1′ p.t. Lavezzi, 44′ p.t. Papastathopoulos; 7′ s.t. Palladino, 28′ s.t. Milito, 30′ s.t. Denis)

Lo sport del calcio giocato (non certo di quello arbitrato vista la pessima direzione di Dondarini) va in onda a Marassi, dove il Genoa supera il Napoli 3-2 al termine di una partita ricca di emozioni dal primo all’ultimo minuto. Bastano infatti appena 25 secondi ad Ezequiel Lavezzi – nelle mire del Chelsea secondo il Daily Mirror – per portare il Napoli in vantaggio con un gran sinistro che non lascia scampo a Rubinho. La prima frazione è colorata d’azzurro, ma al 44’ Sokratis Papasthatopoulos s’inventa una girata in area degna di Gilardino e fa 1-1. Nella ripresa al Genoa bastano appena 7’ per portarsi in vantaggio con Palladino, che sfrutta l’assist al bacio di Milito, e sarà proprio il Principe a firmare il 3-1 al 73’. Due minuti ed il Napoli si rifà sotto con Denis, che si gira e batte Rubinho con il sinistro per il 3-2. Dopo il rosso per «Papa» il Napoli ci crede, ma il perfetto colpo di testa di Denis viene neutralizzato da Rubinho a tempo scaduto. Per il Genoa terzo successo casalingo in altrettante gare, per il Napoli un’altra sconfitta dopo quella rimediata giovedì al «da Luz» contro il Benfica.

Juventus-Palermo 1-2 Download Video Gol (24′ p.t. Miccoli, 39′ p.t. Del Piero; 36′ s.t. Mchedlidze)

Proviene da Torino il risultato più clamoroso (ma neanche troppo) del sesto turno: il Palermo-rivelazione guidato da Ballardini espugna l’Olimpico dove una Juve che pare aver subito il contraccolpo della Champions non sembra più quella dello scorso anno. I bianconeri sono innanzitutto privi degli affaticati Camoranesi e Nedved, sostituiti dai prodotti «made in Torino» Giovinco e Marchisio, con il secondo che si rivelerà il migliore dei suoi. Il Palermo è invece in scintillanti condizioni di forma, e lo dimostra al 24’, quando Miccoli batte Buffon sugli sviluppi di un calcio di punizione di Liverani. Incassato lo 0-1 la Juventus reagisce senza la voglia necessaria, ma il pari arriva comunque con Del Piero, che fredda Amelia dai 20 metri con la 45ª punizione-gol in carriera. Prima dell’intervallo c’è anche il tempo per la clamorosa ingenuità di Sissoko, che si fa espellere per un interventaccio ai danni di Migliaccio, che gli costa l’espulsione. Nella ripresa la Juve – o per meglio dire Ranieri, dato che la squadra pare accontentarsi del pari – cerca addirittura i tre punti, ma viene infinocchiata dal 18enne georgiano Levan Mchedlidze (uno che farà strada) che infila Buffon per il definitivo 1-2, che significa prima vittoria del Palermo in casa della Juve da 47 anni a questa parte. I rosanero gioiscono per il secondo posto in graduatoria, la Juve deve necessariamente porsi delle domande su questo deludente avvio di stagione.

Reggina-Catania 1-1 Download Video Gol (24′ s.t. Paolucci, 35′ s.t. Costa)

Paolucci è croce e delizia di Walter Zenga: il prodotto del vivaio juventino prima trova un grandissimo gol con un sinistro da fuori che si insacca all’angolino alto alla destra di Campagnolo, poi si fa scioccamente espellere per un evitabilissimo fallo che gli costa la seconda ammonizione appena tre minuti dopo il gol. La Reggina ne approfitta, e con Costa trova un pareggio tutto sommato meritato a 10 minuti dal termine. Il Catania, primo per 10’, saluta la vetta della classifica, la Reggina invece guadagna un punto che fa bene al morale ed alla classifica.

Siena-Roma 1-0 Download Video Gol (46′ p.t. Frick)

Dopo i due successi contro Atalanta e Bordeaux la Roma dà segnali di fragilità, fisica e psicologica, sul campo del Siena, dove già un anno fa aveva lasciato le penne. Stavolta il parziale non è pesante come quello della stagione scorsa, dato che basta il solo Frick (3 gol negli ultimi tre anni ai giallorossi) per consegnare il successo al Siena. Dopo la – meritatissima – rete del vantaggio senese, arrivata in chiusura di prima frazione, la Roma non riesce a riprendersi, anzi nella ripresa vede espulsi Mexes (due clamorose ingenuità le sue) e Panucci. Con due uomini in meno e senza un vero attaccante dato l’infortunio di Vucinic nella rifinitura la Roma si arrende al Siena. Terza sconfitta in altrettante trasferte per la Roma, tre punti d’oro per il Siena che scavalca proprio i giallorossi.

Udinese-Torino 2-0 Download Video Gol (44′ p.t. Quagliarella; 32′ s.t. Quagliarella)

Giornata di festa per l’Udinese: il successo sul Toro fa da corredo alla prima chiamata in Nazionale di Pepe e soprattutto al primato in classifica, che mancava da otto anni. La partita vede iniziare meglio il Toro, costretto a subire l’offensiva friulana quando Sanchez e Pepe suonano la sveglia: alla mezz’ora il pallino del gioco passa in mano all’Udinese, che non lo mollerà più. Al 44’ arriva il gol di Quagliarella che sfrutta un fortunato rimpallo per battere Calderoni, ed è ancora Quagliarella, otto anni al Toro, a firmare il 2-0. L’Udinese si gode la testa della classifica, il Toro inizia a guardarsi indietro, conscio del fatto che anche quest’anno sarà dura salvarsi.

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

CLASSIFICA
Inter, Lazio e Udinese 13, Atalanta e Palermo 12, Catania e Napoli 11, Fiorentina e Milan 10, Genoa e Juventus 9, Lecce e Siena 8, Roma 7, Chievo Verona e Torino 5, Sampdoria 4, Bologna 3, Reggina 2, Cagliari 1.

MARCATORI
6 gol: Zarate (Lazio).
5 gol: Miccoli (Palermo), Milito (Genoa)
4 gol: Gilardino (Fiorentina), Pandev (Lazio).

lunedì 29 settembre 2008

Serie A: 5ª giornata

Sampdoria - Juventus 0-0 Download Video

Senza Trezeguet è un’altra Juve: il francese, probabilmente il miglior uomo d’area dell’ultimo decennio, toccava due palloni a partita e uno lo metteva in rete, cosa pressoché impossibile per Amauri e Del Piero. E se la squadra avversaria ha in panchina un signor allenatore come Walter Mazzarri, abilissimo nel non lasciare spazio all’attacco juventino, il fatto che la porta avversaria resti inviolata non deve sorprendere gli juventini. Nel noioso anticipo di Marassi non succede praticamente nulla, eccezion fatta per un’occasione a testa: Del Piero per la Juve, Sammarco per la Samp. Contro il BATE Borisov la Juve dovrà dimostrarsi più cinica, e lo stesso discorso vale per la Samp: la difesa va bene, ma Cassano è un genio che ha bisogno di inventare per attaccanti veri come Bonazzoli, non per centrocampisti adattati come Delvecchio.

Fiorentina - Genoa 1-0 Download Video Gol: Gilardino

Che Gilardino sia tornato ad essere la macchina da gol vista in azione a Parma è ormai una certezza, ma l’ex milanista non perde occasione per ribadire che, Zarate permettendo, quest’anno sul trono dei cannonieri vuole salirci lui. La vittima di giornata si chiama Genoa, ma il 5-4-1-0 (Olivera non è certo una prima punta) di Gasperini mette in difficoltà i viola per l’intero primo tempo, finché Milito non fa il proprio ingresso in campo al 51’. Con il Principe in campo è tutta un’altra musica, col Genoa subito pericolosissimo proprio col Principe, ma Frey para. Al 16’ della ripresa il gol-partita: il Gila, in fuorigioco di rientro, s’inventata un’imparabile girata che batte Rubinho. Fiorentina in ripresa, Genoa carrarmato in casa e materasso fuori.

Bologna - Napoli 0-1 Download Video Gol Denis

Il Napoli può iniziare a sognare: dopo 5 partite i punti totalizzati sono ben 11, meglio ha fatto solo la Lazio. Contro il Bologna il Napoli scende in campo con qualche titolare in meno del solito, vista l’imminente partita con il Benfica, e per gran parte del match la partita la fa il Bologna, ma Adailton e Di Vaio sono poco precisi. La partita cambia con gli inserimenti di Gargano (62’) e Denis (69’), e sono proprio i due sudamericani a confezionare l’azione del gol-vittoria: corner dalla destra di Gargano e colpo di testa “savoldiano” di Denis. Il Napoli è in festa, il Bologna inizia ad aver paura: dopo il successo di San Siro arrivato alla prima giornata i quattro kappaò consecutivi iniziano a far tremare Arrigoni.

Catania - Chievo 1-0 Download Video Gol Paolucci

Due scatti per il Catania: il primo è quello di Paolucci verso la porta difesa da Sorrentino, che vale l’1-0, il secondo è quello in classifica: con 10 punti nelle prime 5 giornate i rossoazzurri si trovano, neanche tanto a sorpresa, a braccetto con le prime della classe. Contro il Chievo, detto del gol di Paolucci, arrivato con la collaborazione di Malagò, la partita la fa la squadra di casa, che rischia di subire gol solo al 30’ della ripresa, quando Bogdani colpisce un clamoroso palo, imitato nel recupero da Baiocco.

Lecce - Cagliari 2-0 Download Video Gol Giacomazzi, Castillo

Il Lecce continua a metter punti-salvezza in cascina, la vittima stavolta è il derelitto Cagliari di Allegri (mangerà il panettone?). Per sbloccare il match bisogna attendere il 34’, quando Giacomazzi segna un golazo: controllo e tiro dai 30 metri che non lascia scampo a Marchetti. Il Cagliari ci prova con Biondini e Acquafresca, ma non è giornata, e nella ripresa arriva anche il 2-0, con Castillo, che chiude il contropiede nato da un errore a centrocampo del neoentrato Jeda.

Palermo - Reggina 1-0 Download Video Gol Miccoli

Terza vittoria su quattro partite per il Palermo di Ballardini, squadra ritrovata che sta finalmente facendo vedere quanto prometteva in avvio di campionato. Contro la Reggina poteva anche finire diversamente: dopo l’arcigna difesa sfoderata nel primo tempo dagli uomini di Orlandi solo l’encomiabile fair play di Brienza nega il gol agli amaranto, che vengono puniti poco dopo da Miccoli, bravo a sfruttare la propria classe per punire uno dei rari errori della difesa calabrese. Palermo in gran forma, Reggina penultima e conscia che anche quest’anno serve un miracolo per la salvezza.

Roma - Atalanta 2-0 Download Video Gol: Panucci, Vucinic

Un calcio alla crisi? Non proprio: per ora si tratta di tre punti guadagnati con merito ma senza il classico bel gioco, ma ci può stare, vista la marea di assenze tra cui spiccano quelle di Totti e De Rossi. Con le chiavi del centrocampo in mano – anzi, tra i piedi – di Aquilani (è fuori anche Pizarro) i primi 15 minuti sono di marca atalantina, con la Roma brava a concretizzare la prima occasione avuta: Panucci, con l’involontaria collaborazione di Manfredini, trova l’1-0 sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il 2-0 arriva al 31’, quando Menez (grandi mezzi tecnici, ma non ha ancora capito di che pasta sono fatti i difensori italiani) trova Vucinic, che si gira e batte Coppola. Del Neri sostituisce le ali Padoin e Defendi con De Ascenctis e Valdes, ma il gol non arriva, come del resto le occasioni: appena una, capitata sul destro di Valdes, in tutto il secondo tempo. La Roma torna in marcia in campionato in attesa di fare lo stesso in Champions, dove mercoledì affronterà il Bordeaux, l’Atalanta esce sconfitta dall’Olimpico ma comunque soddisfatta dei 9 punti accumulati nelle prime cinque giornate.

Torino - Lazio 1-3 Download Video Gol: Pandev, Zarate, Zarate, Amoruso

La Lazio sta dimostrando giornata dopo giornata di essere ben più che una sorpresa di inizio campionato, tanto che Zarate inizia addirittura a cullare sogni tricolori: «Non scherzavo, vinciamo lo scudetto», le parole della rivelazione (da me preannunciata in tempi non sospetti) del campionato. Il Toro invece è apparso un po’ superbo, forse illuso dai positivi risultati delle primissime giornate di poter ambire addirittura all’Europa. I primi minuti danno però ragione al Toro, che fa la partita, ma alla mezz’ora Pandev fa 1-0 sfruttando la gran giocata di Zarate. Nella ripresa, oltre ad un palo di Mauri (16’) sono proprio le giocate dell’argentino ad indirizzare la partita sui binari biancocelesti: al 18’ una bordata dai 25 metri non lascia scampo a Sereni; al 38’ il gol lo subisce… Ventola, improvvisato sostituto di Sereni, espulso per fallo su Brocchi. C’è poi tempo per altri due rossi (Pratali, espulso per somma di ammonizioni all’88’, e De Biasi, allontanato dalla panchina per poteste al 91’) e per il gol della bandiera di Amoruso, realizzato al 92’.

Udinese - Siena 2-1 Download Video Gol: Quagliarella, Pepe, Kharja

Quando l’Udinese gioca per far gol è sempre uno spettacolo, e la prima mezz’ora del Friuli ne è la dimostrazione: gli uomini di Marino si portano sul 2-0 con due bei gol di Quagliarella (22’) e Pepe (29’), che paiono chiudere la partita. Il Siena non ci sta, e riapre il match con Kharja, fortunato su un rimpallo a distanza ravvicinata dalla porta. Nella ripresa Di Natale mette in mostra il proprio repertorio, ma il Siena sfiora due volte il pari prima con Maccarone e poi con Frick.

Milan - Inter 1-0 Download Video Gol: Ronaldinho

L’Inter non è imbattibile e il Milan è il suo primo rivale nella lotta per il titolo. Il primo derby italico dello Special One è contraddistinto da un iniziale attendismo da parte di entrambe le squadre, terrorizzate al pensiero di andare in svantaggio, che si chiudono a riccio nelle rispettive metà campo. Per vedere qualcosa bisogna attendere il 14’, quando Zambrotta è costretto a calciare dai 30 metri vista l’assenza di compagni smarcati. Perché Julio Cesar prenda paura occorrono altri dodici minuti, quando Kaká e Ronaldinho dettano in armonia sulla sinistra, col mancino del numero 80 respinto in corner dal connazionale nerazzurro. Altri 12’ e il Milan trova l’1-0: Kaká, in millimetrico fuorigioco, scatta sulla destra e crossa al centro, dove Ronaldinho è libero di staccare ed indirizzare il pallone nell’angolino alto alla sinistra di un incolpevole Julio Cesar. La partita per il Milan diventa in discesa: difesa impeccabile e contropiedi affidati all’estro del trio d’attacco brasileiro. Mourinho capisce quindi che c’è bisogno di una scossa, e butta nella mischia Cruz e Adriano, che vanno a comporre con Quaresma ed Ibrahimovic un inusuale rombo d’attacco che non sortisce gli effetti sperati: perché l’Inter metta paura ad Abbiati bisogna attendere il rosso a Burdisso (76’) e l’ingresso in campo di Stankovic per Vieira, con il serbo che ci prova da lontano ma trova le manone dell’ex portiere dell’Atlético Madrid a negargli la gioia del gol. Gli ultimi minuti sono contraddistinti dai tentativi di assalto da parte dell’Inter, capace di rendersi pericolosa dalle parti di Abbiati solo al 92’ con Adriano, che si divora l’1-1. L’ultima occasione è per Ibra, che calcia alto da fuori area. Per il Milan sono tre punti tutto sommato meritati, che sarebbero probabilmente arrivati anche senza l’aiuto dell’arbitro (e non lo dico io, che sono interista, sono parole di Mughini, il che è tutto un dire…), l’Inter mourinhana perde la prima partita stagione, ma può facilmente consolarsi: è ancora la prima big in classifica, visto che Milan, Juve e Roma sono dietro.

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

CLASSIFICA
Lazio 12, Napoli 11, Catania, Inter e Udinese 10, Atalanta, Juventus, Milan e Palermo 9, Fiorentina, Lecce e Roma 7, Genoa 6, Chievo Verona, Siena e Torino 5, Sampdoria 4, Bologna 3, Reggina 1, Cagliari 0

MARCATORI
6 gol: Zarate (Lazio)
4 gol: Miccoli (Palermo), Milito (Genoa), Pandev (Lazio)
3 gol: Amauri (Juventus), Gilardino (Fiorentina), Hamsik (Napoli)

venerdì 26 settembre 2008

Serie A: 4ª giornata



Genoa - Roma 3-1 Download Video Gol: 4′ Sculli, 28′ De Rossi, ‘61 Milito, 88′ Milito

Crisi giallorosa chiusa dallo scintillante secondo tempo contro la Reggina? Macchè, a Marassi il Genoa si impone 3-1 confermandosi ammazzagrandi. La partita inizia con il gol dei rossoblù, marcato da Sculli, che batte Doni in uscita. La Roma reagisce al 28’, con De Rossi, che deve colpire due volte di testa per insaccare il pallone alle spalle di Rubinho. Il gol sembra dare nuova linfa alla Roma, che in effetti si dimostra in ripresa, almeno fino al gol di Milito, che al quarto d’ora della ripresa raddoppia anche grazie ad un fortunoso controllo di faccia. La Roma però è ancora in campo, e trova il 2-2 con Panucci, ma il gol non viene convalidato per un inesistente fuorigioco. È una mazzata per la Roma, che poco dopo perde anche De Rossi, espulso, e per la certezza della sconfitta i giallorossi devono attendere il 43’, quando Milito prende in controtempo Doni con un gran sinistro sul secondo palo. La Roma, 4 punti in altrettante partite in questo deludentissimo avvio di campionato deve guardarsi dall’Atalanta, seconda in classifica, che domenica sarà di scena all’Olimpico. Il Genoa ammazzagrandi è a quota 6, frutto di due successi interni con Milan e Roma, e sabato tocca alla Fiorentina…

Inter - Lecce 1-0 Download Video Gol: 79′ Cruz

Quattro giornate appena, tanto è bastato a José Mourinho per issarsi in vetta alla classifica della Serie A. I tre punti ottenuti contro il Lecce mentre la Juventus impattava 1-1 con il Catania fanno sì che i nerazzurri possano guardare tutti dall’alto in basso, ma questo successo è merito di uno che guardava praticamente tutti, Crespo escluso, dal basso verso l’alto: nelle gerarchie offensive il match-winner Julio Cruz partiva (all’imperfetto: quanto fatto ieri gli vale almeno un passo in avanti) dietro l’imprescindibile Ibrahimovic, il redivivo Adriano ed il frizzante Balotelli. Contro il Lecce, barricato nella propria metà campo sin dal primo minuto di gara, l’Inter era partita con il consueto – ma sorprendente: che fine aveva fatto il turnover preannunciato? – 4-3-3, evolutosi in 4-2-4 nella ripresa, quando i due interni di centrocampo Stankovic e Vieira avevano lasciato spazio a Maicon e Quaresma, necessari perché la fascia destra nerazzurra prendesse vita. L’ingresso dei due lusofoni non porta i risultati sperati, e così Mourinho si gioca la carta-Cruz, probabilmente perché a conoscenza della straordinaria percentuale realizzativi dell’argentino quando subentra a partita iniziata. Nell’offensivissimo (Maicon terzo di destra in difesa e Cruz trequartista, tanto per fare due esempi) 3-2-3-2 nerazzurro le occasioni faticano ad arrivare, ma a dieci minuti dal termine della gara un cross di Maicon dalla trequarti trova Ibrahimovic, che di testa serve l’accorrente Cruz per l’1-0. Per l’Inter la testa della classifica è un meritato riconoscimento al cinismo visto finora, per il Lecce una sconfitta che tutto sommato ci sta e che lo lascia a quota 4 in classifica, in ottima compagnia: Roma e Fiorentina.

Juventus - Catania 1-1 Download Video Gol: 16′ Amauri, 68′ Plasmati

Se l’Inter è cinica e fortunata (tre autogol in quattro partite di campionato), la Juve è l’esatto opposto: poca freddezza sotto porta e tanta sfortuna (due pali e un rimbalzo che ha colto di sopresa Chiellini in occasione del pari del Catania). Il gol della Juve, arrivato dopo appena 16 minuti con Amauri, bravo a sfruttare l’assist di uno straripante Giovinco. Il primo tempo finisce 1-0 per i padroni di casa, ma nella ripresa Zenga ha l’intuizione che vale il pari: fuori Llama e dentro Plasmati. Il gigante che aveva fatto prendere paura all’Inter dieci giorni fa trova l’1-1 grazie ad un rimbalzo che inganna Chiellini, il quale liscia il pallone su cui si avventa il gigante catanese. La reazione della Juve è furiosa, i bianconeri si gettano all’attacco con un’impressionante furia agonistica, ma la porta del Catania è blindata, e la sfortuna si fa sentire quando prima Del Piero e poi Amauri colpiscono il palo nella stessa azione. Molte altre occasioni per i bianconeri, ma al fischio finale è 1-1, con la Juve che si ritrova terza, scavalcata dalla strana coppia formata da Lazio e Atalanta. Il Catania è invece a 7 punti, tre dalla vetta, e si gode questo bel momento.

Lazio - Fiorentina 3-0 Download Video Gol: 51′ Mauri, 55′ Pandev, 59′ Siviglia

Due partite a settimana per la Fiorentina sono troppe, una partita a settimana, eccezion fatta per i turni infrasettimanali, sono invece la dose giusta per la Lazio. I viola, alla settima partita della stagione, sono evidente fuori condizione, anche se Frey, l’unico che appare in uno stato accettabile, riesce a mantenere il risultato sullo 0-0 per i primi 45’. Nella ripresa però la Viola non ha più benzina, mentre gli aquilotti biancazzurri, privi dell’impegno europeo che ne ha stravolto la passata stagione, iniziano a volare: sulla traversa di Zarate (serataccia sotto il profilo realizzativi per lui, che resta comunque in vetta alla classifica marcatori, pur appaiato al connazionale Milito) arriva Mauri, che in rovesciata fa 1-0. Quattro minuti, e Pandev batte Frey da distanza ravvicinata. Altri 240 secondi, e la Lazio fa 3-0 con Siviglia, che sfrutta la dormita della difesa viola sugli sviluppi di un corner dalla sinistra. La Lazio è seconda, con tre vittorie in quattro partite, la Fiorentina invece si trova nella metà destra della classifica dopo quattro partite.

Reggina - Milan 1-2 Download Video Gol: 24′ Borriello, 59′ Corradi, 73′ Pato

Il Milan ribadisce a Reggio Calabria che per vincere bastano un Pallone d’oro, Kaká, e un progetto di Pallone d’oro, Pato. Con Shevchenko e Ronaldinho comodamente seduti in panchina i rossoneri il Milan si porta sull’1-0 con Borriello, ex della partita, al 24’, ed il risultato rimane tale sino all’ingresso in campo di Shevchenko, datato 58’. Nemmeno sessanta secondi e Corradi trafigge Abbiati con la complicità di un disastroso Kaladze. È a questo punto che entrano in scena il Pallone d’oro ed il progetto di Pallone d’oro: minuto numero 28 della ripresa, Kaká serve Pato all’altezza del dischetto, il “Papero” calcia di prima intenzione e fa 2-1, che sarà poi il risultato finale visto l’improduttivo forcing finale degli amaranto. Il Milan guarda al derby con ritrovato ottimismo, la Reggina inizia a preoccuparsi.

Napoli - Palermo 2-1 Download Video Gol: 14′ Hamsik, 75′ Zalayeta, 83′ Miccoli

Atalanta - Cagliari 1-0 Download Video Gol: 79′ Floccari

Bologna - Udinese 0-3 Download Video Gol: 13′ D’Agostino, 20′ Floro Flores, 73′ Pepe

Chievo - Torino 1-1 Download Video Gol: 40′ Bianchi, 50′ Marcolini

Siena - Sampdoria 0-0

CLASSIFICA
Inter 10, Atalanta e Lazio 9, Juventus e Napoli 8, Catania e Udinese 7, Genoa, Milan e Palermo 6, Chievo Verona, Siena e Torino 5, Fiorentina, Lecce e Roma 4, Bologna e Sampdoria 3, Reggina 1, Cagliari 0.

MARCATORI
4 gol: Milito (Genoa), Zarate (Lazio).
3 gol: Amauri (Juventus), Hamsik (Napoli), Miccoli (Palermo), Pandev (Lazio).

Scritto da Antonio Giusto

martedì 23 settembre 2008

Serie A: 3ª giornata

Roma - Reggina 3-0 Download Video Gol: 45′ Panucci, 51′ Aquilani, 90′ Perrotta

È tornata la Roma? A giudicare dal secondo tempo di sabato sera pare proprio di sì. Dopo un brutto primo tempo chiuso in vantaggio dalla Roma grazie all’involontario assist di Valdez per Taddei, bravo poi a pescare a Panucci davanti alla porta per il gol dell’1-0, nella ripresa Aquilani delizia l’Olimpico con un bolide mancino che non lascia scampo a Campagnolo, battuto per la seconda volta. Con la sicurezza del doppio vantaggio la Roma può giocare come sa, divertendo e, soprattutto, divertendosi, ed il maggior beneficiario di questa situazione è Jérémy Menez, finalmente sui suoi livelli dopo le prime, opache, prestazioni in giallorosso. Bene anche Vucinic, Perrotta e Totti, con il capitano che in15 minuti fa le prove generali per il vero rientro, inventando e propiziando il gol di Perrotta, che in chiusura di match ribadisce in porta la corta respinta di Campagnolo sul destro di Totti da fuori area. Per la Roma sono tre punti scacciacrisi, anche se per poter dire di essere uscita dal tunnel la squadra capitolina dovrà ripetersi in campionato ma anche, e soprattutto, in Champions League, dove è attesa al Chaban-Delmas (nuovo nome del vecchio Parc Le scure) dal Bordeaux. Reggina già penultima: anche quest’anno servirà un miracolo per rimanere in A.

Cagliari - Juventus 0-1 Download Video Gol: 39′ Amauri

Avevo pronosticato la Juventus come più plausibile antagonista dell’Inter, e dopo tre giornate la classifica mi sta già dando ragione: bianconeri primi a quota 7, come l’Inter. Agli uomini di Ranieri per vincere a Cagliari basta una girata di Amauri, anche se l’italo-brasiliano – ormai lo si può considerare tale – ne aveva messe dentro due, solo che la prima era stata invalidata dall’arbitro a causa di un fallo di Iaquinta, che pare il perfetto partner d’attacco di Amauri, anche se l’ex palermitano ha fatto faville anche con Del Piero. Tornando alla partita, la Juve non è ancora riuscita a correggere i difetti evidenziati contro l’Udinese la scorsa settimana, ovvero la poca concretezza sotto porta. Se contro i friulani due settimane fa c’erano voluti quasi 70 minuti per sbloccare la partita, contro il Cagliari non si è riusciti a chiuderla, rischiando addirittura un clamoroso pari al 90’, quando è servito un super Manninger (Buffon fuori all’intervallo per problemi agli adduttori) per neutralizzare il destro al volo di Matri. La Juve è meritatamente in testa alla classifica, il Cagliari sul fondo e ancora senza punti, le domande sono ovvie: perché Ballardini è stato lasciato andar via? E quanto durerà ancora Allegri?

Fiorentina - Bologna 1-0 Download Video Gol: 37′ Gilardino

Gilardino è tornato, e non perde occasione per ribadirlo. Tre gol in Champions League tra preliminari e fase a gironi, due in campionato, entrambi decisivi ai fini del risultato, e se contro la Juve la sua marcatura era servita per agguantare il pari in extremis, contro il Bologna l’incornata del “violinista” frutta tre punti. Nel derby dell’Appennino la Fiorentina si dimostra assai sprecona, con Santana disastroso in zona gol, ma non si può certo dire che il Bologna abbia fatto di meglio a livello di percentuale realizzativa, dato che le poche occasioni capitate ai rossoblù non sono state concretizzate. Per la Fiorentina si tratta del primo successo stagionale, il Bologna farebbe bene ad interrogarsi se il successo sul Milan sia stato casuale o meno, dato che contro Atalanta e Fiorentina sono arrivati due 1-0 bugiardi, dato che gli avversari sono stati clementi in entrambe le occasioni in fase di realizzazione.

Palermo - Genoa 2-1 Download Video Gol: 39′ Cavani, 59′ Bovo, 90′ Milito

Simplicio come Re Mida: tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Per ulteriori informazioni chiedere alle sue vittime, Roma e Genoa, ed ai fortunati destinatari delle sue invenzioni, Miccoli e Cavani, con il secondo ieri beneficiario della genialità calcistica dell’ex sanpaolino, che gli ha tagliato la difesa del Genoa a mo’ di burro con un pallone filtrante che Cavani ha insaccato senza difficoltà. Il 2-0 nella ripresa con Bovo, che supera Rubino con un destro al fulmicotone da circa 30 metri. Cavani ha anche il tempo di mangiarsi il 3-0 prima dell’1-2 di Milito al novantesimo, ma il gol del Principe (che nel primo tempo aveva colpito un’assurda traversa con un meraviglioso destro a giro che meritava di terminare in rete la propria corsa) serve solo a rendere meno amara una sconfitta che sarebbe potuta non essere tale se Olivera non si fosse divorato il 2-2 all’ultimo secondo.

Torino - Inter 1-3 Download Video Gol: 24′ aut. Pisano, 26′ Maicon, 59′ Ibrahimovic, ‘76 Abbruscato

L’Inter è sempre la solita, un’inarrestabile corazzata, quello nuovo è Adriano: non più una carcassa che vaga per il campo senza voglia né meta, ma neppure il micidiale bomber ammirato tra il 2002 e il 2005: si è evoluto in un giocatore totale, con un raggio d’azione che va dall’area propria a quella avversaria, che difende e attacca, che corre ed imposta. In alcuni frangenti il sottoscritto ha addirittura avuto l’impressione che l’Imperatore (qualche altra prestazione del genere e potremo tornare a chiamarlo così) giostrasse alle spalle di Ibra e Mancini. Dopo questo elogio ad Adriano, parliamo della partita, dominata dall’Inter per 70 minuti buoni. In avvio di gara meglio il Toro, ma a cavallo tra il 24’ e il 26’ l’Inter indirizza la partita sui propri binari con l’autogol di Pisano, che devia nella propria porta il crossa dalla destra di Mancini, e Maicon, che scarica all’incrocio dei pali un temibile destro da fuori area che non lascia scampo a Sereni. Al riposo si va sul 2-0, ma nella ripresa l’Inter triplica con Ibrahimovic in contropiede e mette paura al Toro in più di un’occasione in campo aperto, in cui l’Inter ha dimostrato ancora una volta di sapersi muovere divinamente. A venti minuti dal termine Mourinho inserisce Balotelli e Quaresma al posto di Adriano e Mancini, e la leziosità dei due neo entrati convince Säumel a suonare la sveglia. La voglia del Toro produce un gol ed una traversa, che rendono meno amara la sconfitta ma fanno sorgere un dubbio al Toro: se si fosse giocato per tutti i 90’ in quella maniera come sarebbe andata a finire. Siccome nel calcio posto per i “se” non ce n’è, l’1-3 è il risultato finale, con l’Inter di Mourinho che si issa in vetta alla classifica vogliosa di non scenderne più sino al termine del campionato.

Udinese - Napoli 0-0 Download Video Gol

Zero gol ma tante emozioni, almeno in proporzione al risultato, al Friuli di Udine. Nella prima frazione di gara Di Natale ed il «Niño Maravilla» Alexis Sanchez danno spettacolo facendo ammattire i rispettivi marcatori, Santacroce e Vitale. Entrambi meriterebbero l’espulsione per doppia ammonizione, ma il deludente Orsato (giornata nera per il fischietto di Schio) grazierà l’ex del Lanciano sventolando il rosso in faccia a Santacroce. Prima dell’espulsione dell’ex bresciano (giunta al 27’ del secondo tempo) c’è molto da raccontare, a partire dal palo di Blasi, arrivato dopo appena trenta secondi di gioco nella ripresa. Un palo anche per l’Udinese, con Inler che riesce a sorprendere Iezzo fuori dai pali ma non a trafiggerlo con un sinistro da fuori area. L’Udinese recrimina per un rigore su Alexis Sanchez, il migliore in campo, ma lo 0-0 appare un risultato giusto, che accontenta entrambe le squadre.

Milan - Lazio 4-1 Download Video Gol: 8′ Seedorf, 26′ Zarate, 35′ Zambrotta, 49′ Pato, 60′ Kakà

4-1-2-1-2, questa la formula magica del Milan. Complice l’infortunio di Pirlo (che ne avrà per due mesi circa) davanti alla difesa c’è Gattuso, autore di un recupero-lampo dopo l’infortunio alla mano sinistra patito con la Nazionale. Ai suoi lati Ambrosini e Seedorf, in posizione di trequartista Kaká, di nuovo “a casa” dopo le numerose apparizioni in veste di seconda punta, ruolo in cui giostra Pato, con Borriello centravanti. Pato e Borriello più Kaká e Seedorf (altro che il paralitico Ronaldinho visto finora), e il Milan dà spettacolo sin da subito, tanto che bastano appena otto minuti per il vantaggio, ad opera di Seedorf, che insacca dopo una combinazione con… Ledesma. La Lazio non si dà per vinta, anzi, si riversa nella metà campo milanista impensierendo Abbiati, trafitto al 26’ dall’ormai solito Zarate, che si sta rivelando in tutto il splendore ai calciofili italiani. La rete dell’ex stella del Velez si rivelerà però inutile, complice la pessima serata di Carrizo: al 35’ il portiere della Selección si fa sorprendere da Zambrotta, che lo trafigge dai 30 metri. Al riposo si va sul 2-1 per il Milan, ma nella ripresa la Lazio o, per meglio dire Zarate, prova a reagire, ma il Milan fa 3-1 con Pato, che di testa concretizza il cross di Jankulovski dalla sinistra. Il Milan – inteso come squadra al completo, non come singolo in gran serata – dà spettacolo: vedere giocare come una squadra tutti quei piedi buoni (entrerà anche Ronaldinho, anche se il suo destro verrà deviato sulla traversa in chiusura di gara) è una qualcosa di sublime, ed il merito è tutto di Ancelotti, che complice anche l’infortunio patito da Pirlo ha trovato la giusta formula per far convivere le proprie stelle e portare a casa il primo successo in campionato. La Lazio dal canto non può certo gioire, ma 6 punti dopo tre partite sono comunque un bel bottino.

Lecce - Siena 1-1 Download Video Gol: 39′ Ficagna, 57′ Caserta

Catania - Atalanta 1-0 Download Video Gol: 59′ Paolucci

Sampdoria - Chievo 1-1 Download Video Gol: 49′ Franceschini, 51′ Langella

CLASSIFICA
Inter e Juventus 7, Atalanta, Catania, Lazio e Palermo 6, Napoli 5, Chievo Verona, Fiorentina, Lecce, Roma, Siena, Torino e Udinese 4, Bologna, Genoa e Milan 3, Sampdoria 2, Reggina 1, Cagliari 0.

MARCATORI
4 gol: Zarate (Lazio).
2 gol: Amauri (Juventus), Aquilani (Roma), Caserta (Lecce), Cavani (Palermo), Di Natale (Udinese), Gilardino (Fiorentina), Hamsik (Napoli), Ibrahimovic (Inter), Miccoli (Palermo), Milito (Genoa), Pandev (Lazio).

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo