mercoledì 26 agosto 2009

Fiorentina - Sporting Lisbona 1-1: cronaca e promossi&bocciati

Fiorentina-Sporting Lisbona 1-1: Jovetic entra e regala la Champions ai viola!
Sono stati novanta minuti di sofferenza, ma i viola hanno ugualmente raggiunto l'obiettivo.



Per ottenere la qualificazione alla fase a gironi della Champions League (e i conseguenti 20 milioni di euro) alla Fiorentina basta un pareggio con meno di 3 gol. Lo Sporting, dal canto suo, ha una sola possibilità per riascoltare l’inno della Champions: vincere. Gli allenatori hanno pensieri diversi in testa: la preparazione fisica per Prandelli, l’arbitraggio per Paulo Bento.

In campo – Solito 4-2-3-1 per la Fiorentina, pronto a tramutarsi nel quadrato 4-4-2 quando la palla ce l’hanno gli altri. Mutu parte dietro Gilardino, con Marchionni a destra e Vargas a sinistra. Zanetti, recuperato, fa coppia con Montolivo. Terzino sinistro, ancora Gobbi: «Ha una migliore intesa con Vargas», si giustifica Prandelli. Paulo Bento dispone i suoi con il collaudato 4-3-1-2. Liedson e Djalò davanti, perché mancano sia Helder Postiga che Caicedo, acciaccati. Ad ispirarli (ma anche ad infastidire Zanetti) Mati Fernandez, le cui spalle sono coperte da Veloso e Pereirinha. Moutinho sul centrosinistra. Dietro, Pedro Silva al posto di Abel a destra, Marques a sinistra, Carriço e Polga centrali. Rui Patricio a presidio dei pali.

Si gioca – Dopo 10 minuti di sostanziale studio da parte dei due contendenti, la prima, ghiotta occasione capita sul sinistro – poco educato – del trottolino Djalò, che spreca malamente. La Viola ci prova, ma senza la giusta convinzione, e la fame dello Sporting si fa sentire con Matias Fernandez, che al quarto d’ora impensierisce Frey su punizione. Per tutta la prima frazione la Fiorentina soffre, concedendo troppi spazi agli avanti avversari, che però non concretizzano. Occorre una punizione di João Moutinho, al 35’, per indirizzare la partita sui binari di chi più merita, ma il capitano sportinguista deve ringraziare Frey, che fa un passo di troppo sulla destra e viene uccellato sul proprio palo. Nel finale, assalto viola, ma si va al riposo sullo 0-1, risultato giusto per quanto visto sul terreno di gioco.

Negli spogliatoi mister Prandelli striglia a dovere i suoi uomini: al ritorno in campo è tutta un’altra musica, soprattutto grazie ad un riccioluto montenegrino, Stevan Jovetic. È proprio lui, dopo una prova generale a poco più di 20 secondi dal suo ingresso in campo, a pareggiare i conti: stop di sinistro, destro imparabile, 1-1 e palla al centro. Nonostante il goal avversario, la reazione dello Sporting è debole, quasi impalpabile. Neppure l’ingresso di Saleiro (62’, al posto di Mati Fernandez, spettatore non pagante ma profumatamente pagato) riesce a smuovere l’attacco biancoverde. Anzi, la Fiorentina continua a fare la partita, guadagnandosi un rigore non visto dal solo Webb, che ammonisce addirttura il presunto autore del fallo di simulazione. Chi? Stevan Jovetic, naturalmente. Prandelli fa rifiatare Mutu e Zanetti, rimpiazzandoli rispettivamente con Jorgensen e Donadel. Paulo Bento si gioca la carta della disperazione: Tonel centravanti, ma non basta. Finisce 1-1, e lo Sporting torna a casa.

La chiave – Prandelli veste gli abiti del veggente per effettuare la prima sostituzione: Jovetic cambierà il volto del match.

La chicca – Minuto numero 54: cross dalla dalla destra, Jovetic controlla con il sinistro, rientra sul destro e fulmina Rui Patricio. È il goal del pareggio, è il gol-qualificazione.

Top&Flop – Alla grande Jovetic, bene Marchionni. Montolivo fa il suo, Mutu ci prova. Moutinho, gol a parte, sottotono, Fernandez non pervenuto, Liedson bene solo nella prima frazione.

Antonio Giusto


IL TABELLINO

FIORENTINA-SPORTING LISBONA 1-1

MARCATORI: 35’ Moutinho (S), 54’ Jovetic (F)

FIORENTINA: (4-2-3-1): Frey 6,5; Comotto 6, Dainelli 6, Gamberini 6, Gobbi 5 (46’ Jovetic 7,5); Zanetti 5,5 (81’ Donadel s.v.), Montolivo 6,5; Marchionni 6,5, Mutu 5,5 (72’ Jorgensen 6), Vargas 6; Gilardino 6. All.: Prandelli 6,5

SPORTING LISBONA: (4-3-1-2): Rui Patricio 6; Pedro Silva 5 (81’ Tonel s.v.), Carriço 5,5, Polga 5, Marques 5; Pereirinha 6, Veloso 5, Moutinho 6; Fernandez 5 (62’ Saleiro 5); Liedson 6, Djalò 5,5. All.: Paulo Bento 6

AMMONITI: Comotto (F), Pedro Silva (S), Zanetti (F), Jovetic (F), André Marques (S), Caneira (S)

Fonte: Goal.com

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Jovetic e Marchionni ovunque, Mutu non è ancora lui
Buona anche la prova di Montolivo. Liedson mette in ambascie la difesa viola.



Jovetic: Entra lui, e la partita cambia. Iperattivo, è ovunque. Il gol è la punta dell’iceberg di una partita fantastica. Unico neo: un pallone buttato perché giocato in maniera troppo complessa. Ma glielo si può perdonare. Voto 7,5

Frey: Fa un passo di troppo sulla destra in occasione del gol di Moutinho. Si riscatta in seguito, non facendosi mai trovare impreparato. Un brivido nel finale. Voto 6,5

Liedson: Nel primo tempo è una spina nel fianco per la difesa viola, che però gli prende le misure e lo disinnesca nella ripresa. Comunque sufficiente. Voto 6

Mutu: Non è ancora lui, e si vede. Esausto, esce al 72’. Voto 5,5

Marchionni: Correre è il suo mestiere, e lo fa alla grande. Voto 6,5

Fernandez: Prova a mettere in difficoltà Zanetti in avvio, una punizione respinta da Frey e poi il nulla. Voto 5

Montolivo: Benino a centrocampo. Mette ordine in una giornata in cui Zanetti è sottotono. Voto 6,5

Webb: Sul gol dello Sporting influisce un fallo di mano di Liedson non sanzionato. Nega un solare rigore alla Fiorentina e, non contento, ammonisce pure Jovetic. Voto 5

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

lunedì 24 agosto 2009

Serie A: 1ª giornata



Bentornato campionato! La Serie A riparte, con le consuete sorprese. Su tutte, spicca l’X di San Siro, dove un Bari privo di Barreto e Meggiorini riesce ad imporre il pareggio all’Inter (a segno Eto’o dal dischetto), poco concreta sotto porta e distratta dietro. Nel finale Rivas (quello biancorosso) ha l’occasione della vita, ma – per fortuna di Mourinho – non la sfrutta a dovere. Si consolino gli interisti scaramantici: nelle scorse due stagioni la Beneamata ha iniziato con altrettanti 1-1, finendo poi per festeggiare lo scudetto.

Spettacolo a Marassi, ma non è una novità quando c’è di scena il Genoa di Gasperini. E se l’avversario veste giallorosso e si chiama Roma le emozioni sono assicurate. Il primo tempo termina 0-0, ma nella ripresa le squadre regalano cinque gol e tanta adrenalina agli spettatori: Crìscito, Taddei, Totti. Poi la magistrale punizione di Zapater e quindi il 3-2 di Biava. Gli uomini sono in gran parte cambiati, ma il Genoa è rimasto lo stesso.

Le altre due big portano a casa bottino pieno, con il minimo scarto. Il Milan s’impone a Siena con un doppio Pato, bravo a sfruttare le invenzioni di Ronaldinho, statico ma efficace. Juventus di misura sul Chievo: Diego (magistrale) pennella, Iaquinta che insacca.

Siciliane: vince il Palermo, ma il Napoli domina. Cavani e Miccoli assicurano i tre punti a Zenga, la cui ex squadra, il Catania, soccombe all’ultimo contro la Sampdoria: Gastaldello di testa fissa il risultato sul 2-1 per gli ospiti, inizialmente in vantaggio con Pazzini (invenzione di Cassano, of course), poi raggiunti da Morimoto.

La Lazio continua mietere vittime dopo i successi di coppa contro Inter ed Elfsborg. Stavolta tocca all’Atalanta di un Acquafresca in giornata pessima (eufemismo). Agli uomini di Ballardini basta la zampata di Rocchi al 22’ per guadagnare i tre punti.

Neopromosse: scialbo 0-0 per il Livorno, impegnato in casa contro il Cagliari (Diamanti sugli scudi). Pari con gol per il Parma, di scena al Friuli: Di Natale pareggia per due volte, prima al gol di Paloschi e poi a quello di Alessandro Lucarelli.

Nel match inaugurale, il Bologna di un ottimo Osvaldo (era ora che il ragazzo facesse vedere di cos’è capace!) blocca la Fiorentina. Provvidenziale l’ingresso di Mutu tra i viola, con il romeno in gol al 64’ per l’1-1.

venerdì 21 agosto 2009

Serie A 2009-2010: Presentazione e Analisi delle squadre



PRESENTAZIONE
Ancora poche ore, e prenderà il via la Serie A 2009-2010. Campione in carica, l’Inter, ancora un passo davanti a tutto e tutti. Di ritorno in A Bari, Parma e Livorno, in rigoroso ordine di classifica. M’improvviso indovino, delineando una personalissima griglia di partenza del campionato.

PRIMA FILA L’Inter parte in pole position, forte dei quattro titoli conquistati consecutivamente e di un mercato di prim’ordine. Via Ibrahimovic, certo, ma al suo posto è arrivata una coppia da leccarsi i baffi: Eto’o-Milito. Con il nuovo duo, però, c’è bisogno dell’isipirazione: a garantirla saranno Thiago Motta e Sneijder, ormai prossimo all’arrivo. Parola d’ordine: gioco, senza dimenticare la grinta, che sarà garantita da Lucio, arrivato dal Bayern Monaco. Sulla carta la Beneamata è ancora la più forte, ma il rafforzamento della Juventus ed il pressante impegno europeo potrebbero concedere ai bianconeri qualche chance di successo in più. Con Diego e Melo la nuova Juve di Ferrara potrà finalmente adottare il rombo, anche se l’ex fiorentino come unico mediano (io lo vedrei meglio da mezzala, come ai tempi dell’Almeria) desta qualche perplessità, soprattutto a causa della prolungata assenza di Sissoko. In difesa Cannavaro porterà una massiccia dose d’esperienza, ma a bocce ancora ferme si direbbe che non basti per riportare il tricolore a Torino.

SECONDA FILA Dietro le protagoniste del «Derby d’Italia», un trio di ambiziose pretendenti al terzo posto, che significa Champions senza preliminari. Innanzitutto la Roma di Totti (che, dopo aver finalmente svolto la preparazione estiva dopo anni d’astinenza, pare avere una marcia in più), sgravata dall’impegno-Champions, potrebbe riproporsi ad alti livelli dopo la fallimentare stagione scorsa. Oltre ai giallorossi, in lizza il Milan di Ronaldinho (ma anche di Pato, Huntelaar, Thiago Silva ed il recuperato Nesta) e Leonardo, cui gli impegni europei potrebbero tagliare le gambe in ottica campionato: la rosa è attempata, ed i nuovi innesti, salvo sporadiche eccezioni, non paiono all’altezza della situazione. Occhio alla Fiorentina, che da quando Prandelli siede in panchina è sempre arrivata tra le prime quattro, sul campo. Zanetti porta esperienza, che sicuramente gli altri componenti della rosa avranno accumulato dopo la prima avventura in Champions League avuta nella scorsa stagione.

TERZA FILA A seguire, il Genoa di Gasperini, che potrebbe anche cullare ambizioni maggiori, se riuscisse a metabolizzare l’inedito doppio impegno campionato-coppa. Persi i pezzi più pregiati, Preziosi non ha esitato a rimpiazzarli con calciatori all’altezza, che non dovrebbero farli rimpiangere. Neppure i nuovi acquisti del Napoli dovrebbero far rimpiangere i loro predecessori: De Laurentiis ha speso tanto, e si aspetta una squadra in grado come minimo di centrare l’Europa (League), buona fortuna a Lavezzi & Co. Accreditate outsider la Lazio di Ballardini ed il Palermo, guidato dall’ambizioso Zenga. I biancocelesti si sono mossi poco sul mercato, ma nelle prime uscite stagionali hanno dimostrato di essere una squadra matura e maliziosa, oltre che un po’ fortunata. I siciliani, dal canto loro, hanno messo le mani su Javier Pastore, promettentissimo funambolo argentino che minaccia di abbagliare la Penisola. Se Zenga saprà valorizzarlo a dovere e la regia di Liverani ed i gol di Miccoli e Cavani non mancheranno, questo Palermo potrà sorprendere.

QUARTA FILA La nuova Sampdoria di Delneri e la vecchia Udinese di Marino puntano ad un campionato privo di paure, magari condito da qualche positiva sorpresa: Cassano e Pazzini garantiranno gol e spettacolo, mentre D’Agostino, Pepe e Di Natale saranno motivatissimi in vista del mondiale sudafricano. L’Atalanta, privatasi di Floccari e Cigarini, ha messo su una buona squadra, affidata al semiesordiente (in A) Gregucci: farà bene, e Acquafresca, innescato da Doni, si confermerà uno dei migliori attaccanti italiani.

QUINTA FILA A meno di clamorosi scivoloni, le squadre in quinta fila non dovrebbero ritrovarsi in fondo alla classifica tra nove mesi. Il Siena, nonostante alcune cessioni di rilievo (Kharja, Zuñiga, Galloppa e Portanova), dovrebbe riproporre il gioco efficace (e a tratti anche bello) visto lo scorso anno sotto la guida del riconfermato Giampaolo. A Cagliari, dove siede un altro emergente della panchina, Max Allegri, poche novità, tra cui Nenê: non dev’essere il nuovo Larrivey. La salvezza è possibile, magari già a marzo. Il Chievo di Di Carlo riparte voglioso di emulare la seconda parte della scorsa stagione, iniziata malissimo ma chiusa alla grande: dovrebbe farcela, magari con qualche sofferenza. Il Catania, infine, ha cambiato molto (a partire dalla panchina: Atzori al posto di Zenga), e si affida alle prodezze di Mascara per evitare di essere risucchiato in zona retrocesione.

SESTA FILA Parma, Bari, Bologna, Livorno. Con tutta probabilità una sola sarà ai nastri di partenza della prossima Serie A. Il Parma, guidato da Guidolin, presenta la miglior squadra del lotto, ma l’inesperienza degli attaccanti ed il mediocre livello dei difensori (Panucci escuso) potrebbero influire parecchio sulla classifica. Poco avvezza alla massima serie anche gran parte della rosa del Bari, che si affida alla coppia gol composta da Barreto e Meggiorini, da cui potrebbero arrivare i gol-salvezza. Il Bologna, unica tra le non neopromosse del lotto, deve sperare che Di Vaio vendemmi un numero di gol quantomeno simile alla scorsa stagione, altrimenti salvarsi sarà davvero dura. Infine, il Livorno, che se dovesse perdere anche Diamanti potrebbe seriamente prendere in considerazione l’idea di iniziare sin da subito a programmare la prossima stagione, in cadetteria ovviamente: la difesa (portiere compreso) non vale la A, ed a centrocampo, in attesa di Clark (arriva a gennaio), bisogna sperare nel definitivo salto di qualità di Candreva e Pulzetti.

ANALISI DELLE SQUADRE
ATALANTA
Come di consueto l’Atalanta ha ceduto i pezzi più pregiati: quest’anno è toccato a Cigarini, passato al Napoli, e Floccari, al Genoa. Novità anche in panchina, con Gregucci che rileva Delneri dopo tre buone stagioni in B, al Vicenza. Mercato intelligente, quello di Ruggeri jr: Edgar Barreto, Ceravolo, Tiribocchi, Caserta, Madonna e Paolo Bianco, senza dimenticare Robert Acquafresca, pezzo forte della campagna acquisti nerazzurra.
Si riparte dallo stesso modulo: 4-4-1-1, con Doni alle spalle di Acquafresca. Rispettivi sostituti Caserta e Tiribocchi, con il Tir possibile opzione in caso di 4-4-2 o 4-3-1-2. A centrocampo toccherà a Barreto non far rimpiangere Cigarini. In difesa l’esperienza di Bianco potrebbe garantirgli un posto da titolare, in caso contrario tutto confermato.
Probabile formazione (4-4-1-1): Consigli; Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini; Ferreira Pinto, Barreto, Guarente, Padoin; Doni; Acquafresca. All.: Gregucci.

BARI
Mercato di prospettiva, condotto al risparmio da Matarrese, all’ultima campagna estiva di rafforzamento da presidente del Bari. Nessuna cessione di rilievo da registrare, mentre sono arrivati molti nuovi giocatori. Gente «di categoria» come Allegretti, Antonelli, Alvarez e Carobbio, ma anche parecchi giovani desiderosi di sorprendere: Meggiorini, Bonucci, Koman, Sforzini e Yago. Paro, Almiron e Langella da rilanciare.
Con l’arrivo di Ventura al posto di Conte ben poco è cambiato sotto il profilo tattico: 4-4-2 che diventa 4-2-4 in fase d’attacco. In porta confermatissimo Gillet, mentre l’unica novità difensiva nella formazione titolare sarà rappresentata da Bonucci. Innovazioni anche sugli esterni, con Langella a sinistra ed Alvarez a destra. In avanti Barreto dovrà dimostrare di valere la massima serie dopo i balbettii di Udine, e Meggiorini può ripetere l’ottima stagione scorsa.
Probabile formazione (4-4-2): Gillet; Masiello, Ranocchia, Bonucci, Parisi; Alvarez, Gazzi, De Vezze, Langella; Barreto; Meggiorini. All.: Ventura.

BOLOGNA
Squadra attiva in sede di mercato, anche se i rinforzi non paiono all’altezza. Viviano, Santos, Portanova, Guana, Giacomo Tedesco, Raggi, Zalayeta e Vigiani «in», Antonioli, Castellini, Cesar, Volpi, Amoroso, Marchini e Terzi «out».
Papadopulo riconferma il 3-5-2. Dietro tutto rinnovato: Viviano tra i pali, Raggi, Portanova e Santos in difesa. A centrocampo Guana e Tedesco, oltre a Mutarelli. Sugli esterni Vigiani, Valiani e Bombardini si giocano due posti. In avanti Di Vaio e Osvaldo, con Zalayeta prima – e unica – alternativa.
Probabile formazione (3-5-2): Viviano; Raggi, Portanova, Santos; Valiani, Mutarelli, Guana, Tedesco, Bombardini; Osvaldo, Di Vaio. All.: Papadopulo.

CAGLIARI
Persi Fini, Acquafresca e Bianco, Cellini si è limitato a rimpiazzarli con sostituti che dovranno dimostrarsi all’altezza: Barone, Nenê e Marzoratti, oltre a Mario Brkljača, centrocampista croato classe 1985.
Riconfermato Allegri in panchina, il modulo sarà lo stesso della passata stagione: 4-3-1-2, con Cossu ad ispirare le punte Nenê e Jeda. A centrocampo Barone rileverà Fini, passato al Siena.
Probabile formazione (4-3-1-2): Marchetti; Pisano, Lopez, Canini, Agostini; Barone, Conti, Biondini; Cossu; Nenê, Jeda. All.: Allegri.

CATANIA
Lasciati partire senza particolari rimpianti Stovini, Spinesi, Bizzarri e Silvestri, svincolati, oltre a Baiocco, Paolucci e Giacomo Tedesco, si è scelto di puntare ai giovani, con un occhio all’Argentina. Da lì provengono infatti Andujar, Barrientos e Spolli, oltre a Ricchiuti, italiano d’adozione. Poi, giovani di prospettiva: Bellusci, Augustyn e Catellani. Anche ritorni, come quelli di Delvecchio e Plasmati.
Atzori in panchina pare intenzionato ad utilizzare un 4-3-3 (o 4-3-2-1) discretamente offensivo, con Mascara e Martinez a supporto di Morimoto. A centrocampo Delvecchio dovrebbe agire sul centrosinistra, con Carboni perno centrale e Biagianti a destra. Dietro, Spolli sostituirà Stovini e lo stesso farà Andujar con Bizzarri tra i pali.
Probabile formazione (4-3-3): Andujar; Potenza, Spolli, Silvestre, Capuano; Biagianti, Carboni, Delvecchio; Martinez, Morimoto, Mascara. All.: Atzori.

CHIEVO
Si riparte da Di Carlo e Pellissier, entrambi confermati dopo la strepitosa stagione scorsa. Pochi ma mirati gli innesti: Granoche (dalla Triestina), Iori (Cittadella) e Ariatti (Lecce). Cessioni: Italiano al Padova, e i giocatori in prestito, eccezion fatta per Pinzi, sono tornati a casa.
Sarà 4-3-1-2 anche quest’anno, e l’unica possibile novità per formazione titolare è rappresentata da Granoche, validissima alternativa a Bogdani. Per il resto, tutto invariato.
Probabile formazione (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Morero, Yepes, Mantovani; Luciano, Rigoni, Marcolini; Pinzi; Bogdani, Pellissier. All.: Di Carlo.

FIORENTINA
Con la cessione di Felipe Melo si sono intascati bei soldini, parte dei quali reinvestita subito per sostituire proprio il brasiliano: la scelta è ricaduta su Cristiano Zanetti, prelevato dalla Juventus per 2 milioni. Superiore a Melo in fase d’impostazione, ma in grado di reggere il confronto con il mediano verdeoro anche sul piano dell’interdizione, Zanetti porta una gran quantità d’esperienza (sempre ben accetta, quando si tratta di giocare in Europa) ma è un’incognita a livello fisico. Le alternative, comunque, sono già in casa: Donadel e Kuzmanovic. L’altro colpo di spicco della campagna acquisti è Marco Marchionni, finalmente in viola. Con il suo arrivo è stato possibile cedere Semioli, prelevato dalla Sampdoria. In entra anche Castillo (dal Lecce, valida alternativa per l’attacco) e Natali (Torino, possibile rimpiazzo di Gamberini).
Il 4-2-3-1 è il modulo che frulla nella testa di Prandelli, peccato però che i suoi uomini siano più adatti al classico 4-4-2: Mutu rende assai meglio di fianco a Gilardino, piuttosto che alle sue spalle. Vargas potrà finalmente giocare più avanti, liberato dai gravosi compiti di copertura da Pasqual, rispolverato proprio per permettere l’impiego di Vargas in posizione di ala. Per il resto, tutto invariato.
Probabile formazione (4-4-2): Frey; Comotto, Dainelli, Gamberini, Pasqual; Marchionni, Zanetti, Montolivo, Vargas; Mutu, Gilardino. All.: Prandelli.

GENOA
Nonostante la qualificazione ai preliminari di Europa League, Preziosi non ha cambiato strategia: il bilancio prima di tutto. Per questo motivo è stata ceduta la spina dorsale della squadra quinta la passata stagione, Rubinho-Ferrari-Motta-Milito, e con il ricavato si è scelto di puntare su un mix di gioventù (Zapater, Kharja, Esposito, Floccari, Fatic, Tomovic) ed esperienza (Crespo, Moretti, Palacio, Amelia).
Il modulo, così come il tecnico, è rimasto invariato: 3-4-3. In porta Amelia sostituirà Rubinho, mentre la difesa a 3 ha già due titolari assicurati: Moretti al centro e Bocchetti a sinistra. Per il posto libero in ballottaggio Biava e «Papa». A centrocampo Zapater, proveniente dal Saragozza (come Milito un anno fa) pare destinato a comporre con Kharja una coppia di prospettiva. Centravanti titolare sarà Floccari (ma attenzione al vecchio leone Crespo), con il «Kuijt dei poveri» Beppe Sculli e Palacio in appoggio.
Probabile formazione (3-4-3): Amelia; Biava, Moretti, Bocchetti; Mesto, Kharja, Zapater, Crìscito; Sculli, Floccari, Palacio. All.: Gasperini.

INTER
Rivoluzione nerazzurra, obbiettivo: Champions League. Con l’addio di Ibrahimovic (e di altri esuberi: Cruz, Crespo, Jimenez, Maxwell), l’Inter e Mourinho hanno deciso di cambiare radicalmente strada: basta con «Ibra pensaci tu!», d’ora in poi la parola d’ordine sarà una sola, gioco. Il mercato in entrata (non ancora concluso: resta aperta la pista che porta al tanto bramato trequartista, Sneijder) ha consegnato a Mourinho una coppia d’attacco da sogno: Eto’o-Milito, pochi eguali al mondo. Dentro anche un regista, Thiago Motta, ed un difensore centrale: Lucio. Non il regista arretrato richiesto dal portoghese – Carvalho, ipervalutato dal Chelsea – ma qualcosa di decisamente migliore. Quaresma e Suazo, poi, hanno fatto ritorno all’ovile dopo le agrodolci esperienze estere.
Capitolo modulo: si prosegue con il 4-4-2 «romboidale», Motta sul centrosinistra ad orchestrare il gioco, con Stankovic a fare il gustatore sulla trequarti in attesa di Sneijder e Muntari e Zanetti in lizza per posto di intero destro. In difesa, Lucio è certo del posto, e toccherà agli altri difensori della rosa alternarsi al suo fianco. In vantaggio Chivu, dotato di maggiori doti d’impostazione rispetto a Samuel e Cordoba. Davanti Milito ed Eto’o, pur non disdegnando l’invenzione e l’assist, sono ben altra cosa rispetto al tuttofare Ibrahimovic: necessitano di gioco, e pare proprio che Mourinho stia riuscendo ad accontentarli.
Probabile formazione (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Chivu, Santon; Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta; Stankovic; Milito, Eto’o. All.: Mourinho.

JUVENTUS
Da quest’anno, finalemente, lo scudetto non è più un’utopia: mercato tra i più dispendiosi d’Europa, con gli arrivi di Diego, Melo, Cannavaro e Caceres. Ad andar via sono stati soltanto componenti marginali della squadra: Knezevic, Mellberg, Marchionni, Zanetti ed Ekdal. Nedved ha invece appeso gli scarpini al chiodo, almeno provvisoriamente, in attesa di un’offerta dagli Stati Uniti. La più importante novità bianconera siede però in panchina: Ciro Ferrara, alla prima, vera esperienza da allenatore.
Nuovo allenatore, nuovi acquisti, nuovo sistema di gioco: 4-3-1-2, il modulo più adatto per Diego. Lo sarebbe anche per Felipe Melo, se venisse impiegato da mezzala come avveniva all’Almeria e non da mediano unico. Regìa affidata a Camoranesi, che, infortuni permettendo, agirà sul centrodestra. Dalla parte opposta dovrebbe esserci Sissoko, ma solo sulla carta: il maliano sarà, anche quest’anno, l’«uomo-ovunque» della seconda linea bianconera. In difesa, Cannavaro e Chiellini dovranno migliorare la loro intesa, e i due terzini titolari, Grygera e Molinaro, faranno bene a stare attenti ai molti (De Ceglie, Caceres, Salihamidzic) che ambiscono a soffiargli il posto.
Probabile formazione (4-3-1-2): Buffon; Grygera, Cannavaro, Chiellini, Molinaro; Camoranesi, Felipe Melo, Sissoko; Diego; Amauri, Del Piero. All.: Ferrara.

LAZIO
Chiuso il ciclo-Rossi, si riparte da un mercato come al solito incentrato sulla qualità con un occhio al risparmio: Cruz e Bizzarri sono arrivati a prametro zero, e Baronio ritorna dal prestito a Brescia. L’unico esborso è stato per Eliseu: 1 milione al Malaga, pochissimo. Sul fronte cessioni le maggiori novità: Pandev e De Silvestri andranno via, Ledesma forse no. Per ora hanno lasciato Formello Carrizo (Saragozza) e Rozenhal (Amburgo).
L’arrivo in panchina di Ballardini ha portato con sé alcune innovazioni sul piano tattico: l’ex tecnico del Palermo ha provato inizialmente un 4-2-3-1, che però limitava Zarate. Semplice la soluzione: ritorno al collaudatissimo 4-3-1-2, visto in Supercoppa contro l’Inter, che consente all’argentino di giocare in appoggio a Rocchi (o Cruz) con dietro Mauri o Foggia (Matuzalem quando c’è da contenere).
Probabile formazione (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Diakitè, Siviglia, Kolarov; Brocchi, Baronio, Matuzalem; Foggia; Rocchi, Zarate. All.: Ballardini.

LIVORNO
Mercato oculato per i labronici, che confidano nel trio d’attacco per salvarsi: Diamanti, Tavano e capitan Lucarelli possono far bene, ma i rinforzi (Pieri, Raimondi, Marchini, Moro e Diniz, oltre al già citato Lucarelli) non paiono all’altezza della massima serie. A gennaio arriverà Clark, da Houston. Persi Loviso, Rossini, Bonetto e Rosi.
Ruotolo, riconfermato dopo la promozione, avrà Vittorio Russo come tutor. 4-3-1-2 il modulo adottato. De Lucia riconfermato tra i pali, Raimondi e Pieri sulle corsie, a centrocampo nessuno è certo del posto, mentre il trio delle meraviglie sarà composto da Diamanti, il mandante, e Tavano e Lucarelli, gli esecutori.
Probabile formazione (4-3-1-2): De Lucia; Raimondi, Perticone, Knezevic, Pieri; Pulzetti, Candreva, Bergvold; Diamanti; Lucarelli, Tavano. All.: Ruotolo.

MILAN
Con l’addio di Maldini e le partenze di Ancelotti e Kaká si è chiuso un ciclo. Un ciclo ricchissimo di vittorie e soddisfazioni. L’ardua impresa di aprirne uno altrettanto vincente tocca a Leonardo, alla primissima esperienza in panchina (ragion per cui verrà coadiuvato da Tassotti, più pratico delle questioni di campo). I suoi più fidi aiutanti dovranno essere Pato e Ronaldinho, anche se il secondo non pare capace né tantomeno voglioso di rinverdire i fasti blaugrana. Sul fronte acquisti, bene Huntelaar e Thiago Silva. Giovani (e) ritorni: Abate, Zigoni, Di Gennaro. Un erculeo e ruvido rincalzo, Onyewu, e due portieri: il cavallo di ritorno Storari e l’ex monegasco Roma.
Il sogno di Leonardo è emulare il Brasile del 1982, bello ma perdente. Il precampionato dimostra che, almeno per il secondo aggettivo, questo Milan è già okay. Per quanto riguarda la bellezza, ci stanno lavorando sia Berlusconi (Ronaldinho a ridosso dell’area, il suo comandamento) che l’allenatore verdeoro, partito dal 4-3-3 e ben presto riconvertitosi al 4-3-1-2. Pirlo, che ha rifiutato le avances del Chelsea, sarà ancora in cabina di regìa. I suoi scudieri dovrebbero essere Gattuso ed il neocapitano Ambrosini, anche se Abate e Flamini scalpitano, ansiosi di rubare il posto agli attempati titolari. Ronaldinho dovrà ispirare il duo Pato-Huntelaar (ma attenti all’highlander Inzaghi e a Borriello, desideroso di riscatto dopo una stagione passata in infermeria), ben assortito ma bisognoso dei rifornimenti dell’ex stella del Barcellona. Dietro, Thiago Silva e Nesta (se la schiena regge) formano una bella coppia, peccato che i terzini non valgano quanto i centrali.
Probabile formazione (4-3-1-2): Abbiati; Zambrotta, Nesta, Thiago Silva, Jankulosvki; Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Ronaldinho; Pato, Huntelaar. All.: Leonardo.

NAPOLI
Dopo la scorsa, falimentare stagione, De Laurentiis ha deciso di metter mano al portafogli per allestire una squadra in grado di puntare sin da subito all’Europa. Acquistati Quagliarella, Cigarini, Campagnaro, De Sanctis, Zuñiga ed Hoffer, sono stati trattenuti Hamsik e Lavezzi. Un mercato completo, che ha garantito l’uomo-gol da affiancare a Lavezzi, il regista che mancava ed un portiere di livello come De Sanctis. L’ultima pedina mancante è un esterno sinistro abile in entrambe le fasi: per ora Donadoni sta provando l’ex senese Zuñiga a sinistra, ma è probabile che il patròn azzurro compia un ultimo sforzo economico per allestire una squadra completa in ogni reparto.
Donadoni continuerà con il 3-5-2 ereditato da Reja, profondamente rinnovato sul piano dei singoli: Campagnaro (infortuni permettendo) darà un mano dietro, dove De Sanctis è sicuro del posto. A centrocampo Cigarini garantisce geometrie, Hamsik inserimenti e gol e Gargano interdizione: sugli esterni Maggio e Zuñiga. In avanti Lavezzi verrà affiancato da Quagliarella, con Hoffer possibile sostituto di entrambi: l’austriaco può giostrare sia da prima che da seconda punta.
Probabile formazione (3-5-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Contini; Maggio, Gargano, Cigarini, Hamsik, Zuñiga; Lavezzi, Quagliarella. All.: Donadoni.
PALERMO
Doppio colpo argentino in entrata: Bertolo (Banfield) e soprattutto Javier Pastore, prelevato dall’Huracan per 7 milioni. Oltre a loro vestiranno rosanero anche Dorin Goian e Rubinho, scambiato con Amelia. In uscita da registrare solo la cessione di Guana al Bologna.
Modulo: 4-3-1-2 o 4-2-3-1? Entrambi, perché Zenga, come dimostrato a Catania, non è certo bloccato su un solo sistema di gioco. La prima alternativa prevede Pastore ad isipirare le punte, mentre nel secondo caso ci sarebbe una novità: Miccoli giocherebbe centravanti, un po’ come Totti, insomma.
Probabile formazione (4-3-1-2): Rubinho; Cassani, Kjaer, Goian, Balzaretti; Migliaccio, Liverani, Bertolo; Pastore; Cavani, Miccoli. All.: Ballardini.

PARMA
Ceduto l’ingombrante Lucarelli al Livorno (e Parravicini e Reginaldo al Siena in cambio di Galloppa e Coppola) il Parma si è concentrato sui giovani per rinforzare la squadra: Biabiany, Lanzafame, Fontanello, Bojinov e Pozzi sono tutti sotto i 25 anni. Panucci (a parametro zero, come Cordova) porta in dote esperienza e tecnica per il reparto arretrato. Mirante è all’ultima chiamata dalla Serie A.
Guidolin, dopo un’iniziale infatuazione per il 4-3-3, ha scelto di puntare sul 3-5-2. Mirante tra i pali, difesa a tre con Panucci al centro. A centrocampo gran trio composto da Galloppa, Mariga e Morrone, in attacco Paloschi a far coppia con Biabiany, ma attenzione a Pozzi e Bojinov, entrambi vogliosi di ritagliarsi uno spazio.
Probabile formazione (3-5-2): Mirante; Paci, Panucci, Lucarelli; Zenoni, Morrone, Mariga, Galloppa, Castellini; Biabiany, Paloschi. All.: Guidolin.

ROMA
Nulla o quasi è cambiato rispetto alla scorsa stagione: all’acquisto, l’unico, di Guberti, fanno da contraltare gli addii di Panucci e Aquilani. È stato riscattato Motta, e sono tornati alla base diversi giovani ormai pronti per spiccare il volo: Okaka, Cerci e Andreolli devono dimostrarsi all’altezza di una grande squadra come la Roma, altrimenti dovranno ridurre le proprie aspettative.
La vera novità stagionale è rappresentata dal modulo, che non è il 4-2-4 spacciato da qualcuno, bensì un più semplice e quadrato 4-4-2, con Guberti e Taddei sugli esterni e la coppia De Rossi-Pizarro al centro. Attaccanti Totti e Vucinic, vista la mancanza di alternative. Dietro tutto invariato.
Probabile formazione (4-4-2): Doni; Motta, Mexes, Juan, Riise; Taddei, De Rossi, Pizarro, Guberti; Totti, Vucinic. All.: Spalletti.

SAMPDORIA
Con l’arrivo di Gigi Delneri e del suo dogmatico 4-4-2, la Sampdoria cambia volto e stile di gioco. Indiscutibili, comunque, i gemelli del gol Cassano e Pazzini. Il mercato in entrata ha portato tre esterni (Semioli, Mannini e Zauri), fondamentali per il nuovo assetto, e tre giovani da far crescere e valorizzare: Tissone (Udinese, già agli ordini di Delneri a Bergamo), Marco Rossi (Parma) e Poli, di ritorno dal prestito al Sassuolo. Ceduti senza rimpiani Campagnaro (più tempo in infermeria che in campo), Pieri, Mirante e Delvecchio.
Ritrovata la difesa a 4 dopo le due stagioni trascorse agli ordini di Mazzarri, la terza linea dovrebbe prevedere Stankevicius e Zauri sulle fasce, con Lucchini ed Accardi centrali. A centrocampo uno tra Tissone e Sammarco comporrà la coppia centrale assieme all’imprescindibile Palombo, mentre sulli ali ampia scelta tra Mannini, Semioli e Padalino. In attacco, come già detto, Cassano-Pazzini.
Probabile formazione (4-4-2): Castellazzi; Stankevicius, Lucchini, Accardi, Zauri; Semioli, Palombo, Sammarco, Mannini; Pazzini, Cassano. All.: Delneri.

SIENA
Persi in sede di calciomercato i pezzi migliori (Zuñiga, Kharja, Portanova e Galloppa, oltre a Coppola), la squadra è stata allestita senza sperperi. Paolucci (3,3 milioni alla Juventus per la comproprietà) il più pagato, seguito da Jajalo (1,6 milioni allo Slaven Belupo). Poi prestiti (Ekdal) e parametri zero: Fini, Filipe, Ghomsi e Genevier. Scambi: Galloppa e Coppola al Parma per Prravicini e Reginaldo; Portanova al Bologna in cambio di Terzi.
Numerose opzioni di gioco per Giampaolo, che dovrebbe optare per un 4-3-1-2 con Fini tra le linee. Possibile variante il 4-3-3, e non è da escludere una terza linea a 3.
Probabile formazione (4-3-1-2): Curci; Rossettini, Terzi, Brandão, Del Grosso; Vergassola, Codrea, Jajalo; Fini; GheGrassettozzal, Maccarone. All.: Giampaolo.

UDINESE
Eccezion fatta per Quaglierella, la squadra è praticamente identica a quella della scorsa stagione. Sono rimasti gli altri big, su tutti Di Natale (a lungo corteggiato dal Parma) e D’Agostino, chiamato a ripetere la scorsa – eccellente – stagione per guadagnarsi un posto tra i 23 di Lippi per la spedizione sudafricana. Sul fronte acquisti, come al solito, una moltitudine di scommesse: Alemão (’89, Santos), Orellana (’88, Audax Italiano), Cuadrado (’88, Independiente Medellín), Kitoko (’88, Albacete), Romo (’90, Llaneros) e Romero (’90, Albacete), oltre a Corradi, arrivato a parametro zero.
Stessi uomini, stesso allenatore, ovviamente stesso schema: 4-3-3. Unica novità sarà Floro Flores, finalmente titolare al centro dell’attacco bianconero.
Probabile formazione (4-3-3): Handanovic, Isla, Zapata, Felipe, Pasquale; Inler, D’Agostino, Asamoah; Pepe, Floro Flores, Di Natale. All.: Marino.

domenica 9 agosto 2009

Addio Daniel



A distanza di neppure due anni dalla tragica morte di Antonio Puerta, un nuovo lutto colpisce il calcio spagnolo: se ne va Daniel Jarque, neocapitano dell'Espanyol, stroncato da un infarto.
Per la cronaca, la partita che l'Espanyol avrebbe dovuto disputare contro il Bologna è stata - ovviamente - rinviata.

sabato 8 agosto 2009

Inter - Lazio 1-2



NUOVA INTER Nella prima gara ufficiale della stagione 2009/10, l’Inter dà un assaggio di quello che sarà il gioco nell’era post Ibrahimovic. Innanzitutto, vietati severamente i lanci lunghi: il pallone viaggia a pelo d’erba, per favorire le caratteristiche della coppia composta da Milito ed Eto’o, sempre pronti a scambiarsi la posizione ai fini di disorientare l a difesa biancoceleste.
I primi 15’ sono tutti di marca nerazzurra. Occasione per Eto’o, che impensierisce Muslera con un destro da fuori area. Tentativi anche di Stankovic e Lucio. La Lazio attende l’occasione buona per ripartire, e intanto si rintana negli ultimi 30 metri.

ZERU GOL Ai vincitori della Coppa Italia occorrono 20’ per impensierire Julio Cesar: il sinistro di Zarate mette paura, ma il goleiro nerazzurro devia in corner la sfera. L’Inter non sta di certo a guardare, e con Lucio ed Eto’o si fa vedere dalle parti di Muslera, che risponde prontamente.
Attorno alla mezz’ora di gioco il match si scalda: battibecco Rocchi-Lucio e gialli per Matuzalem e Muntari. Ed è proprio il ghanese ad andare vicinissimo al gol al 32’, quando spara altissimo da pochi passi. L’Inter ci prova ancora, ma il gol non arriva.
Il primo tempo si chiude sullo 0-0, con una buona Inter, in cui si segnalano Lucio, già in forma, ed Eto’o, desideroso di ben figurare alla prima, vera uscita in maglia nerazzurra. Nella Lazio bene Muslera, sempre pronto quando gli avversari lo chiamano in causa, e Zarate.

ARREMBAGGIO NERAZZURRO Negli spogliatoi Mourinho fa «lo shampoo» ai suoi, che tornano in campo affamati di gol: Stankovic e Milito i più pericolosi, con Muslera chiamato a compiere interventi ad alto quoziente di difficoltà. Dalle parti del portiere biancoceleste si fanno vedere anche Muntari, Zanetti e, soprattutto, Eto’o: complice un rischiosissimo retropassaggio di Diakité, il numero 9 nerazzurro anticipa Muslera, ma il suo sinistro non centra lo specchio della porta. Il gol dell’Inter pare una questione di minuti, ma così non è.

UNO-DUE LAZIO Proprio nel miglior momento della Beneamata, la Lazio trova un clamoroso quanto inaspettato uno-due. La prima rete porta la firma di Matuzalem, in gol di… faccia. Tempo 3’, e Rocchi, perso da Chivu, inventa un delizioso pallonetto dal limite dell’area che non lascia scampo a Julio Cesar.

ETO’O NON BASTA Mourinho butta nella mischia Balotelli e Vieira, dentro al posto di un acciaccato Stankovic e di uno spento Thiago Motta. 4-3-3 nerazzurro quindi, con Balotelli a destra, Eto’o a sinistra e Milito riferimento centrale. Cruz per Rocchi nella Lazio.
La rete che riapre il match viene confezionata proprio dai due attaccanti esterni: Balotelli ruba palla ad un ingenuo Dabo al limite dell’area e serve Eto’o, che con il sinistro fulmina Muslera. Ad agguantare il pari ci riesce Milito, ma il suo gol viene annullato per posizione di fuorigioco di Eto’o. Proprio il camerunense prova a sorprendere Muslera su punizione, ma la palla finisce fuori. L’ultimo tentativo porta la firma del neoentrato Suazo, ma il suo colpo di testa trova una pronta risposta da parte di Muslera.
Finisce 2-1 per la Lazio, secondo trofeo dell’era Lotito, il primo per Ballardini.

PROMOSSI E BOCCIATI Muslera merita la palma di MVP: para tutto, eccezion fatta per l’imprendibile sinistro di Eto’o. Bene anche Matuzalem, gran lavoro a centrocampo, e Rocchi, non sempre nel vivo del gioco ma decisivo ai fini del risultato.
Nell’Inter convincono Eto’o e Lucio, i due nuovi arrivati. Bene anche Balotelli e Suazo, che portano una buona dose di freschezza alla squadra con il loro ingresso nella ripresa. Ancora in ritardo Chivu e Thiago Motta.

venerdì 7 agosto 2009

Juventus - Villarreal 1-4



TIC-TAC-TIC-TAC… SANTI! Reduce dalla dispendiosa (fisicamente) ma remunerativa (economicamente) Peace Cup, persa ai rigori contro l’Aston Villa, la Juventus – priva di Buffon, Sissoko e Diego – necessita di ben 20’ per prendere le misure ad un Villarreal spumeggiante nonostante la calura estiva.
Nella prima parte di gara gli spagnoli duettano vorticosamente negli ampi spazi lasciati liberi da una Juventus comprensibilmente fiacca: Nilmar e Rossi (brevilinei tecnici e rapidi entrambi, due brutte gatte da pelare per la coppia difensiva bianconera composta da Legrottaglie e Cannavaro) sono ottimamente supportati da Cani e Cazorla, sempre pronti a convergere verso il centro partendo dalle fasce di competenza.
Di occasioni davvero ghiotte, però, ne arrivano pochine: tanti tentativi da fuori, soprattutto di Rossi, ma sottorete nessuno riesce a trovare la zampata decisiva. E così al 42’ tocca a Santi Cazorla inventarsi il gol dello 0-1: piroetta su Felipe Melo e bordata mancina (è ambidestro) che non lascia scampo a Manninger.
Detto del quartetto di tenori del Villarreal, nella Juventus si segnalano alcune buone giocate di Giovinco e di Zebina, sempre più in forma. Fortunato Cannavaro: due falli da rigore commessi, nessuno sanzionato.

SOSTITUZIONI E GOLEADA Consueta girandola di cambi all’intervallo: Amauri e Iaquinta rimpiazzano Del Piero e Trezeguet, spettatori non paganti; Caceres, il nuovo arrivato, rileva Zebina sulla corsia destra. Il Submarino Amarillo sostituisce Rossi e Cazorla, i migliori della prima frazione, con Jonathan Pereira e Pires, egregi nel non farli rimpiangere.
L’avvio juventino fa ben sperare, ma dopo qualche sussulto in avanti, Manninger (ottimo su Pereira in prima battuta) deve nuovamente raccogliere il pallone in fondo al sacco: Nilmar ha trovato il modo di suggellare il proprio esordio con la maglia del Villarreal con un colpo di testa da opportunista vero che fa 2-0.
Dopo il raddoppio spagnolo, la Juve va in crisi, e i difensori bianconeri lasciano delle vere e proprie praterie agli avversari, che dopo un paio di tentativi andati male chiudono il match con Pires, che insacca da due passi su servizio di Pereira, ubriacante nell’uno-contro-uno con Cannavaro.
Prima del poker degli ospiti, c’è anche il tempo per la rete di Amauri, che trafigge Diego Lopez (parecchio avventuroso in uscita) con una zampata sottomisura sugli sviluppi di un corner dalla destra di Tiago. Poi, come detto, arriva il quarto gol: Pires, con una magnifica volée di destro, fredda Manninger e chiude i conti: 1-4. Un solo minuto di recupero, e Damato (pessimo il suo arbitraggio) manda le squadre negli spogliatoi.

PROMOSSI E BOCCIATI Se Pires può segnare due gol in 45’ di campo, un ringraziamento se lo merita il piccolo (appena 166 cm) Jonathan Pereira, 22enne folletto che con il suo ingresso vivacizza ulteriormente il gioco del Villarreal.
Deludente Cannavaro, apparso spesso in difficoltà, impalpabile Melo, ma la Juventus intera non è stata all’altezza. Si salvano Amauri, autore del gol della bandiera, e Caceres, che si limita al compitino nel giorno dell’esordio. Bene anche il volenteroso Iaquinta.

giovedì 6 agosto 2009