martedì 26 gennaio 2010

Coraggio Haiti, sorprendici! Come Sanon nel '74...



«L'unione fa la forza»: questo il motto di Haiti, che servirà allo stato caraibico per farsi forza e rialzarsi dopo il terribile sisma del 12 gennaio. Come esempio potrebbe essere presa la Nazionale di calcio del 1974, prima ed unica a partecipare ai Mondiali, svoltisi in quella che allora era la Germania Ovest. Non si trattava certo di un «dream team», ma l'impegno profuso da tutti in egual misura finì col dare i suoi frutti, anche se la qualificazione fu ottenuta con qualche «aiutino»: il dittatore Jean-Claude Duvalier (figlio di «Papa Doc» François Duvalier) fece sì che la fase finale delle qualificazioni mondiali si disputasse nella parte occidentale dell'isola di Hispaniola, ove aveva potere assoluto. Manco a dirlo, gli arbitri diedero una mano - neppure troppo grande: la squadra non era poi così malmessa -, ed Haiti ottenne la prima, storica qualificazione ai Mondiali. «Baby Doc», dopo aver fatto dono a ciascun componente della squadra di una Fiat 147 usata, ordinò ai suoi di partire per la Germania al fine di abituarsi al rigido clima teutonico. Decisione sorprendente, visto e considerato che la Coppa del Mondo sarebbe iniziata il 15 giugno, non certo in pieno inverno.
Gli haitiani disponevano di qualche discreto giocatore come il portiere Francillon e la punta Sanon, oltre al capitano Nazaire, Bayonne (che si occupò di Riva) e Vorbe, ispiratore del gol di Sanon contro gli azzurri. Eccolo, il gol di Sanon. Una novità assoluta, anzi due. Si trattò del primo gol segnato da Haiti ai Mondiali, ma soprattutto della prima rete subita da Zoff dopo 1.143 minuti d'imbattibilità: l'ultimo in grado di costringere il portierone juventino a raccogliere il pallone in fondo al sacco fu Vukotic, che al 73' di un Italia-Jugoslavia disputato il 20 settembre di due anni prima a Torino mise a segno il gol del provvisorio 2-1, prima che Anastasi chiudesse le marcature 10' dopo. Dopo la gioia, incontenibile ed incommentabile (due morti ad Haiti: anche quando è festa, da quelle parti si preme il grilletto), ecco la doccia fredda: Rivera fa 1 a 1 dopo 7 minuti. Un'autorete di Auguste (deviazione su un destro da fuori di Benetti, oggi il gol verrebbe assegnato all'allora mediano del Milan) ed un preciso destro di Pietruzzo Anastasi fisseranno il risultato sul 3-1.
Nel prosieguo del torneo iridato, dopo una disfatta (7-0, tripletta di Szarmach e doppietta di Lato) contro la Polonia, ecco un altro briciolo di gloria per Haiti: sconfitta per 4-1 con l'Argentina, ma ancora un gol, ancora di Sanon. Sulle ali del Mondiale, la punta approdò al Germinal Beerschot, in Belgio. Con «de Ratten» (i ratti, questo il soprannome dei viola di Anversa) disputò oltre 140 partite segnando 43 gol, togliendosi pure lo sfizio di vincere la Coppa di Belgio nel 1979. Poi il trasferimento nella Nasl, progenitrice della Mls, ai San Diego Cockers, nei quali giocherà anche qualche partita al fianco di Hugo Sanchez, prima che il futuro «pentapichichi» si trasferisca all'Atletico Madrid. Appesi gli scarpini al chiodo, Sanon sceglie di restare a vivere negli Usa. Nel 2008, a causa di un cancro al pancreas, la morte, in seguito alla quale il Don Bosco di Pétionville (squadra haitiana fondata da italiani che Sanon guidò al successo in campionato nel 1973) ha deciso di ritirare la maglia numero 10 in suo onore, in onore del più grande calciatore cui Haiti abbia dato i natali.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

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