giovedì 10 febbraio 2011

Il Punto sull'Italia - Rossi e Buffon salvano gli Azzurri, ma nella Nazionale ci sono ancora zone d'ombra da illuminare!



Che emozione ritornare al Westfalenstadion. Poco cambia se con gli scarpini ai piedi come Buffon e De Rossi, oppure solo con il cuore per gridare «Forza Italia!» davanti al teleschermo con il magnifico goal di Grosso ancora negli occhi. Cesare Prandelli, però, concede poco spazio ai sentimentalismi, e annuncia: «Siamo solo all'inizio, ma sono convinto che il nostro ciclo sarà vincente». Io, invece, gli concedo fiducia, perché i primi segnali sono incoraggianti.

COSA VA - Innanzitutto, si è mantenuta l'imbattibilità contro i tedeschi, che dura dal 21 giugno 1995. Senza dubbio un gran risultato, visto l'iniziale svantaggio e senza dimenticare che loro in Sudafrica si sono arresi solo alla Spagna poi vincitrice, mentre noi siamo stati rispediti a casa dai dilettanti neozelandesi. La nuova Italia di Prandelli è però intenzionata a rompere con il passato, e di cose buone se ne vedono abbastanza. Innanzitutto, la voglia di giocare a - ed il - pallone, che non si butta via se non in casi disperati, cercando sempre di passare per i brasiliani (in tutti i sensi) piedi dell'esordiente Thiago Motta. Non manca poi il carattere a quest'Italia, che parte all'arrembaggio e, dopo il gol di Klose, si spinge all'attacco fiduciosa di pareggiare i conti. Il gol arriva con Rossi, a dieci minuti dal triplice fischio dell'arbitro, e premia una squadra che mai avrebbe meritato la sconfitta.

COSA NON VA - Nel primo tempo è la Germania ad avere la meglio, sul piano del gioco e del risultato. Ranocchia e Bonucci, che hanno davanti un futuro radioso, sono inevitabilmente a corto d'esperienza: il gol di Klose ne è la dimostrazione. Le difficoltà si notano anche in fase di transizione, sia offensiva che difensiva, ma non potrebbe essere altrimenti data la poca conoscenza reciproca dei giocatori (il gruppo è nuovo, e non ci sono blocchi appartenenti ad una singola squadra) e lo scarso tempo avuto a disposizione da Prandelli per prepararli alla partita. Pazzini, poi, è troppo isolato in avanti.

TOP&FLOP - La certezza tra i pali azzurri si chiama Gigi Buffon, trentatré anni ma la reattività di un ragazzino. Le prende tutte, anche se sul tiro di Klose la sua deviazione non basta ad evitare il gol. Molto bene anche Chiellini, che alla solita, ruvida efficacia unisce un bel po' di sgroppate sulla fascia di competenza nonostante lo spauracchio Müller sia il suo dirimpettaio. Giuseppe Rossi entra nel secondo tempo e dà una scossa alla partita, ben coadiuvato dal gladiatore Borriello. Mauri si spegne dopo un buon avvio, mentre Cassani doveva proporsi di più vista l'inconstistenza di Podolski.

CONSIGLI PER IL MISTER - Un mediano d'oro come De Rossi non va sprecato sulla fascia sinistra. Se il cittì è intenzionato a proseguire sulla strada del centrocampo a rombo, di cui Pirlo sarà presumibilmente il vertice basso, De Rossi potrebbe reinventarsi «alla Gerrard». Venti metri più avanti, con la possibilità di liberare un destro che è potente e preciso, libero d'inserirsi in area di rigore e di sicuro affidamento in fase di pressing sul regista avversario. Ieri sera è stato positivo, vale la pena ripetere quest'esperimento piuttosto che imbrigliarlo sulla fascia.

IL FUTURO - Cassano inventa, Rossi segna e Balotelli? Pensa al Festival di Sanremo. Quando l'attaccante del Manchester City si riprenderà dall'infortunio, però, dovrà fare i conti con loro per un posto in avanti.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

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