domenica 18 settembre 2011

Calcio d'angolo - Non sarà mai GasperInter/2

Il tecnico dell'Inter Gian Piero Gasperini (Getty Images)

Gasperini, soddisfatto di questo pareggio?
«Indubbiamente sì. Il mio Genoa è venuto a San Siro per giocarsela contro la Roma, pur sapendo di essere inferiore, ed il punto guadagnato è la prova che siamo riusciti nel nostro intento».
E di Muntari, che mi dice?
«Modestamente, l'idea di schierarlo come centravanti è stata mia. Sa, Forlán è un attaccante: non era quello di cui avevamo bisogno per difendere un risultato ottimale come lo 0-0».

Credo che una discussione con Gasperini, tenuta negli istanti immediatamente successivi al triplice fischio di Mazzoleni, si sarebbe svolta pressappoco così. All'allenatore nerazzurro - finché Moratti non si dirà stufo anche di lui - non paiono essere bastati quasi tre mesi per comprendere il pur complicato universo interista: la gavetta di Crotone e gli assaggi di Serie A in salsa genoana vanno necessariamente dimenticati, perché la loro influenza sul suo operato è ancora sin troppo evidente.

La rivendicazione della difesa a tre, quella sì, da me invocata e - del resto - comprensibilissima, non può essere biasimata: contro la Roma, complice la più che discreta prestazione di Júlio César, la porta è persino rimasta inviolata. Bene. Sneijder, invece, continua ad essere sballottato, una volta panchinaro, un'altra ala, quella seguente trequartista, oggi interno sinistro di centrocampo: male. Quantomeno curiosa, invece, la gestione dei cambi, in particolare modo l'automutilazione del centravanti operata a 10 minuti dal termine, sostituendo Forlán con Muntari e lasciando Pazzini ancorato alla panchina.

Il suddetto cambio, che pure ha consentito a Sneijder di operare finalmente sulla trequarti e sfiorare un gol fortunosamente evitato da Kjær, ha finito con lo svuotare l'area di rigore romanista, sporadicamente visitata da Muntari, con Zárate a vagabondare sull'esterno. Forse Gasperini, così come il dirimpettaio Luis Enrique, è rimasto ammaliato da Guardiola, che ai giornalisti dice orgogliosamente: «Giochiamo senza prima punta perché il nostro centravanti è lo spazio». Bell'idea, per carità, ma i tifosi interisti si augurano che il loro allenatore inizi ad imitare quello del Barça anche sul piano dei risultati, perché non credo sia necessario informare voi lettori del risultato di Barcellona-Osasuna.


Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

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